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Va in scena al Thé&…


	Va in scena al Thé&…

Va in scena al Théâtre de Poche NoWomanNoParty, per la giovane regia di Giuseppe Maria Martino, liberamente tratto dalla pellicola del '96 Uomini senza donne di Angelo Longoni. Sono proprio gli anni novanta a fare da sfondo a questa vicenda: non troppo lontani, non troppo vicini per non avvertire un senso di estraneità e distanza. Due amici sulla trentina, che condividono lo stesso appartamento, sono alla soglia di un'età, quella delle responsabilità, da cui inconsapevolmente fuggono. Uno, interpretato da Enzo Esposito, è un pubblicitario senza grandi doti, che passa da una donna all'altra senza mantenere relazioni stabili; l'altro, musicista interpretato da Agostino Pannone, rifugge la vita sociale, pur desiderandola, circondandosi della sola compagnia del violino e della bottiglia.

La loro è la storia di un'incessante attesa, l'attesa di una svolta nelle proprie vite, potenzialmente individuata in presenze femminili fortemente incombenti, nonostante l'assenza fisica dalla scena, ma è anche una storia di solitudine. Essi parlano senza parlarsi -conclusione alla quale giungerà uno dei due nel corso degli eventi-, fanno discorsi che non contengono la realtà di ciò che vorrebbero esprimere, ed è tra le righe, tra un detto-non detto, che si intravedono i disagi e, forse, i traumi, che hanno condotto l'uno all'incapacità di condividere la vita con un'altra persona e l'altro all'incapacità di stare da solo.

Benché la solitudine sia tangibile, e la pesantezza della loro situazione si avverta fin dal primo momento, il testo è vivace, i dialoghi tra i due amici sono spesso divertenti per la presenza di numerosi spunti comici e, nonostante il registro si evolva in senso drammatico per accompagnare la parabola discendente del loro rapporto, si evince la scelta di non rinunciare ad una certa leggerezza. Il buio, che fa le veci di un sipario, separa e scandisce tempi e scene di una vicenda a cui si è voluto dare un andamento circolare. Lo scorrere del tempo (probabilmente il tutto avviene nel giro di un anno) viene reso in modo originale dall'insegna luminosa di un palazzo in costruzione, intravisto dalla finestra della casa, che arriva a leggersi per intero solo nel finale. Molto curati sono i costumi e la scenografia (viene riprodotto il salotto della piccola casa condivisa dai due amici) che grazie ad alcuni elementi come il telefono a filo e la macchina da scrivere rende immediata la caratterizzazione storica.

Visto il 23-04-2015
al Theatre de Poche di Napoli (NA)