Il coreografo Fabrizio Monteverde, alla guida del Balletto di Roma, è tornato a confrontarsi con l'Otello, classico della tragedia shakesperiana, dopo quindici anni dal primo lavoro creato sul tema con il Balletto di Toscana.
Monteverdi ci restituisce una lettura della tragedia fondata sulle dinamiche emozionali e psicologiche del soggetto. Lo spettacolo è all'insegna dell'amiguità e del torbido, inizia infatti confondendo e lasciando volutamente nell'ambiguità la tradizionale triade Otello-Cassio-Jago, interpretati rispettivamente da Giovanni Ciracì, Placido Amante e Marco Bellone.
L'ambientazione è evocativa, suggestiva, è caratterizzata da un pontile marittimo, orizzonte che limita l'estraneo e l'ignoto, illuminato da colori accesi, caldi, che ci riportano in una dimensione sensuale. Il porto, luogo equivoco per eccellenza, dove gli incontri sono guidati dalla percezione dell'instabilità, della precarietà del qui e ora, che induce a dar seguito alle passioni e agli istinti del momento, rispecchiando l'ansia di vivere il presente, “no day, but today”.
Un porto di mare, quindi, il luogo in cui intrecciare le vicende di Otello e della sua amata, fino al tragico epilogo.
La sensualità è la chiave della lettura dell'Otello: i personaggi di Monteverdi sono esposti e in balia dei propri istini e del loro mutare, è la sensualità che domina ogni legame, ogni rapporto e ne determina i destini. Una sensualità che ha come centro Otello e i suoi rapporti, l'attrazione che il suo ruolo di capo esercita sui suoi sottoposti, in primis Cassio e Jago, che si contendono il suo favore e la sua attenzione. Una sensualità che in Desdemona assume i caratteri della passionalità, dello slancio amoroso, viscerale e che ci consente di intuire la dialettica che governa il suo rapporto con Otello, caratterizzato dal binomio dominio e sudditanza: Desdemona non è più una creatura pura, una vittima delle circostanze e degli eventi, ma è anche una donna volitiva, consapevole del proprio corpo, della propria femminilità, che afferma il suo “potere” sull'amante attraverso atti di seduzione esplicita.
L'ambiguità è un altro aspetto fondamentale nella lettura di Monteverdi: nello specifico è l'ambiguità che sta alla base dei rapporti di Otello con i suoi soldati – le coreografie maschili si muovono tra dinamiche alteticamente virili e dinamiche maliziosamente avvolgenti ed equivoche.
Le dinamiche realzionali tra uomini e donne invece, seppure dominate da una primitiva e potente attarzione fisica, sono caratterizzate da una forte tensione nervosa, che a tratti assume caratteri violenti e forti.
Monteverdi è interssato a dare forma e voce alle situazioni erotiche e sentimentali tra i personaggi, alle dinamiche di prevaricazione erotica e ai subdoli legami psicologici.
Riconoscibili le atmosfere cinematografiche che hanno suggestionato il coreografo, come l'esplicito omaggio a Querelle de Brest di Fassbinder: Monteverdi riesce a creare forti e potenti suggestioni visive, e a usare sapientemente il linguaggio della danza, traducendolo in espressività drammatica e in ricerca estetica, con uno sguardo attento alla teatralità e al racconto.
Lo spettacolo è caratterizzato da coreografie collettive: danzatori e danzatrici si presentano in lunghi cappotti neri che, foderati di tessuto rosso, vengono utilizzati al rovescio dalle ballerine, per sottolineare la dualità uomo-donna, il gioco dell'ambiguità e del paradosso.
In scena una pluralità di “Otelli” e “Desdemone”: le coreografie di insieme tendono a lasciare in secondo piano le vicende della tragedia shakespeariana, focalizzandosi invece sull'aspetto delle relazioni umane, nello specifico indagando i sentimenti, come l’amore, la passione e la conflittualità, che caratterizzano il rapporto tra i due amanti.
Nell'opera di Monteverdi non mancano scene in cui domina la retorica classica, dovuto all'eccessiva enfasi musicale, sulle note di Antonín Dvořàk, anche se in questa nuova lettura dell'Otello la danza continua ad affermare con forza e decisione il suo primato nel rivelare e dare voce agli impulsi dell’animo umano.
Il Balletto di Roma, si conferma essere una compagnia di livello più che buono, con giovani e talentuosi solisti come l'intenso Govanni Ciraci, Otello e l'interessante Claudia Vecchi, Desdemona.