"Non esiste il domani, è solo un'illusione" potrebbe essere racchiusa in quest'unica battuta la chiave di lettura e l'essenza del Platonov di Checov che ha aperto ieri la Stagione teatrale dell'Arena del Sole di Bologna.
Opera giovanile, risalente al 1880-81, il Platonov è noto al pubblico come "dramma senza titolo", e questa sua incompiutezza è lo specchio della sua stessa essenza. Ritroviamo in questo testo lo sguardo disincantato di un Checov appena ventenne ma già attento osservatore e critico della realtà del suo tempo. Un'opera senza titolo e incompiuta quasi a sottolineare l'impossibilità di mettere la parola fine al corso della storia che l'autore osservava e di cui faceva parte.
La vita di provincia, il mutamento delle relazioni sociali nella Russia di fine Ottocento, la perdita dei sentimenti e l'eterno contrasto checoviano tra due mondi, la nobiltà e la borghesia mercantile, che sarà elemento centrale delle sue opere maggiori, tutto questo emerge da un'opera di cui è nota la prolissità e il fluire di un testo che sembra seguire l'andamento della storia.
In questo contesto si delinea il personaggio Platonov, un non eroe, un rappresentante esemplare del fallimento delle potenzialità umane. Appare così questo personaggio interpretato da Alessandro Haber, un uomo intelligente e ricco di doti andate perdute, un personaggio drammatico e grottesco, che alterna momenti di disperazione ad altri di puro sarcasmo.
“Io sono una pietra ferma… E le pietre ferme stanno lì, come non esistessero. Del resto, ho un’occupazione. Cerco di non guastare troppo i ragazzi affidatimi. Suono la chitarra… e vivo. È già qualcosa”. Questa l'idea che ha di se stesso, e di cui cerca in vano di compiacersi, un' immagine che si riflette ad uno sguardo attento, sull'intero contesto storico-sociale che lo accoglie, una città e una società in lento ma inesorabile disfacimento.
Platonov è un donnaiolo, un donnaiolo fallito che crede di conoscere le donne e di saperle amare, senza rendersi conto che sono le donne a decidere per lui, a progettare il suo futuro, sono loro che si lasciano amare, lui semplicemente le accoglie e le colleziona per poi disfarsene senza aver realmente goduto neppure un momento del loro amore.Anna Petrovna vedova di un generale e Sofia Jegorovna moglie del figliastro della prima, sono le due donne principali della sua vita.
Anna è una donna disperata ma determinata, un personaggio dal forte temperamneto, che affronta la vita senza mai voltarsi indfietro, Sofia è una ragazza dolce che si abbandona realmente al sogno di una vita insieme, s'illude per un attimo di poter essere lei la vera realizzazione dell'uomo che Platonov sarebbe potuto diventare. Crollate le illusioni e le speranze, sarà la stessa Sofia ad ucciderlo, a segnare la fine di un uomo che già portava il lutto di se stesso.
Con questa messa in scena Nanni Garella continua il percorso di ricerca e rivisitazione della drammaturgia checoviana intrapreso nel 2004 con lo spettacolo Zio Vanja, rappresentato anche questo all'Arena del Sole e avente come protagonista lo stesso Alessandro Haber che conferma così il suo talento di interprete checoviano.
Degna di nota la scenografia essenziale ma al tempo stesso idonea nel ricreare non solo un ambiente credibile ma anche un più ampio contesto storico e culturale, la scelta degli arredi, dei colori, gli espedienti scenici, hanno contribuito a creare un effetto realistico e affascinante.
Bologna, Teatro Arena del Sole, 28/10/2008
Visto il
al
Arena del Sole - Sala Leo de Berardinis
di Bologna
(BO)