Prosa
PRIMA DEL VULCANO

Prima del vulcano: tra Eggers e Pascoli

Prima del vulcano: tra Eggers e Pascoli
Dave Eggers è un giovane scrittore americano, già autore di diversi libri, ma di cui si ricorda, in maniera folgorante, soprattutto il primo, A heartbreaking work of staggering genius (L'opera struggente di un formidabile genio), un romanzo autobiografico di quanto accadde veramente nella vita dell’autore, la perdita di entrambi i genitori, morti per cancro, e le successive vicissitudini di lui e del fratello minore, costretti a cavarsela da soli in giro per l’America. Luca Di Giovanni e Lorenzo Alunni hanno riadattato il testo, proponendoci una messa in scena che va a segnare un ulteriore passo nella crescita della compagnia teatrale “Io Mai”, un gruppo di giovani artisti impegnati in una solida ricerca esistenzialista di un modo valido di fare teatro. Proprio questa ricerca di verità da un lato e di stile dall’altro costituisce una caratteristica evidente di questo spettacolo dove i due attori protagonisti hanno accettato la direzione e il coinvolgimento di un altro gruppo di ricerca teatrale, la “Dynamis Teatro Indipendente”, nella figura del regista Andrea De Magistris, unendo così un tratto di verità a uno di lavoro sul corpo e sull’intenzione. Sincero e fisico appare dunque il modo di accostarsi di regia e interpretazione a una storia delicata come quella raccontata, dove il lutto dei due fratelli viene vissuto tra scoppi di ironia e di allegria, in un luogo ingombro di oggetti-simbolo – i vestiti sparsi al suolo, le pareti coperte di scritte e di fotografie – che lasciano pochi dubbi sull’apparente leggerezza e tranquillità dei due fratelli. Una recitazione diretta, senza schermi, letteralmente in faccia al pubblico, assiepato ai lati dello ‘spazio’ minimo tipico delle Stanze Segrete, è alla base della lunga confessione del fratello maggiore, tutto volto a prendersi cura del fratello minore Luca, di otto anni, e della propria crescente consapevolezza di poter fallire, di non essere in grado. Fino a confondersi nell’incertezza, nella paura e nella tristezza che smaschera un lutto mai elaborato, e di fatto a scambiarsi spesso di ruolo con “Luca”. Questa assoluta mancanza di punti di riferimento sia nella vicenda vera, legata alla vita dello stesso autore, costretto a continui spostamenti con il fratello, coinvolge lo spettatore, che ben presto si rendo conto di guardare negli occhi un attore e di vedervi riflessi due personaggi. Il percorso dunque è duplice, e racconta non solo del rapporto unico e profondo che lega i due fratelli, carichi di malinconia ma anche di inarrestabile vitalità, ma anche di quello personale e più importante dell’uomo solo, non ancora del tutto adulto, non più bambino, che avanza con passi incerti incontro alla luce della maturità ma anche verso il pericolo di smarrirsi per sempre. Sia Luca Di Giovanni che Francesco Turbanti interpretano pertanto entrambi i ruoli, simili nell’età, nell’abbigliamento e nel fisico, in un’identificazione completa con il vissuto interiore dei due orfani, che si esprime in un gioco fisico vissuto anche dalla parziale nudità del corpo che prelude a quella completa del cuore, ferito ed esposto alla falsa pietà e a un mondo senza più genitori, senza più certezze. I due giovani attori sono perfetti nel delimitare con generosità e sincerità questa dimensione fragile tipica degli adolescenti e dei giovani adulti colpiti troppo presto e troppo a fondo dalla vita. In questo vengono serviti da una regia altrettanto sensibile, che ha saputo cogliere e lavorare sulle sfumature, sulle incongruità e irrazionalità dei comportamenti che spesso accompagnano un lutto e un vissuto così profondi e fuori tempo, dove basta poco a far precipitare nel “vulcano”. Ancora qualche imperfezione, legata ai passaggi emotivi repentini e delicatissimi tra uno stato d’animo e un altro, tradisce la giovinezza della compagnia, che si destreggia con sufficiente disinvoltura su quel filo di rasoio che delimita un ‘gioco’ corretto da un’interpretazione un po’ sopra le righe, che si sfiora a volte ma che viene evitata di misura.
Visto il 20-04-2010
al Stanze Segrete di Roma (RM)