Quando la vita ti viene a trovare è un dialogo tra Lucrezio e Seneca, interpretati da Enzo Vetrano e Stefano Randisi, tratto dall’omonimo saggio di Ivano Dionigi, famoso latinista ed ex rettore dell’Università di Bologna.
Quando la vita ti viene a trovare è un dialogo tra Lucrezio e Seneca, interpretati da Enzo Vetrano e Stefano Randisi, tratto dall’omonimo saggio di Ivano Dionigi, famoso latinista ed ex rettore dell’Università di Bologna.
Dopo secoli sulle rive di una spiaggia, mentre il mare biancheggia e si rinfrange sulla sabbia, seduti su un parallelepipedo nero, Lucrezio e Seneca si confrontano con argomentazioni serrate sulle differenti visioni del mondo.
Tra l’epicureo e lo stoico
Tubi sonori, contrabbasso e flauto – a cura di Alessandro Cipriani - scandiscono il flusso di parole, talvolta artificioso e manualistico, nonostante l’interpretazione realistica dei due attori, che si aggirano scalzi sul palco con abiti quotidiani e dai colori neutri. I movimenti sono minimi e la gestualità essenziale, mettono in risalto le due personalità filosofiche: l’epicureo e lo stoico.
Suddiviso in più momenti, le pause interne sono necessarie allo spettatore per seguire i passaggi densi di concetti e riflessioni filosofiche meno frequenti nella quotidianità o nelle narrazioni teatrali. Interrogarsi sul linguaggio, sulla parola come forma del pensiero, discutere se sia necessario un discorso lineare e senza retorica invece di argomentare tramite allegorie e stili metaforici, rafforza la dualità dei due personaggi.
Dialogo sulla vita
Il confronto è difatti sulla vita stessa, un confronto uniforme alle dottrine di filosofia antica che manifesta la possibilità di riunire queste riflessioni tormentate in una sola dissertazione, quella del dubbio. È in questa dimensione che emerge la teatralità del testo di Dionigi, poiché si stacca dalla ricostruzione filologica per sostenere un recitato più realistico e vivo.
“Saper nascere come se ognuno fosse padre di stesso” è l’invito finale di Dionigi alla ricerca visionaria della verità, non al servizio del potere politico o sociale, ma verso una progettualità autentica di sé stessi.