Entrare nella piccola sala del teatro dell’Orologio convinti di raggiungere comodamente i propri posti in platea e ritrovarsi invece a sedere in veri banchi di scuola, fissando una professoressa che sonnecchia sulla sua scrivania, è come fare un viaggio nel tempo e in quello spazio del tutto personale che è la nostra memoria di ex-scolari.
Il ritorno per il quarto anno consecutivo della “professoressa Spinelli”, al secolo Federica Festa, tra i banchi di scuola della sua III B - il pubblico presente ogni sera - sancisce la riuscita di questo piccolo grande cult teatrale che ha meritato alla propria autrice e interprete il premio “Vittorio Mezzogiorno”, complice un indiscusso successo tra neofiti e affezionati, ovvero tra studenti e “ripetenti”.
In una performance a metà tra intrattenimento e rappresentazione teatrale, Federica Festa rinnova una formula originale che spiazza completamente lo spettatore, che si ritrova a lasciare da parte il tempo e il luogo classico del teatro per assistere a una vera e propria ora di lezione, con tanto di spiegazioni e interrogazioni, scatenando risate, proteste a un brutto voto, suggerimenti nascosti dietro al banco, come in ogni classe che si rispetti.
Non mancano, mai come quest’anno, simboli concreti che riportano i più o meno disciplinati studenti all’eterna questione della riforma della scuola, elementi fissi destinati a restare tali negli anni e nelle classi che seguiranno: la lavagna mancante, il crocifisso negletto, perfino la foto sorridente di Maria Stella Gelmini, vera e propria fonte d’ispirazione per la sua antica insegnante.
È in questi momenti, dove la professoressa e il personaggio che le sta dietro - una donna forte e dolente che ha creduto fino in fondo al proprio mestiere e proprio per questo viene messa da parte – che l’interpretazione intensa e umanissima dell’interprete trova completamento e accompagna i propri scolari cresciuti all’ultima ricreazione. Prima di passare alla lezione successiva.
Roma, 17 febbraio 2009
Teatro dell’Orologio – sala Artaud
Visto il
al
Fonderia delle Arti
di Roma
(RM)