Lirica
SIMON BOCCANEGRA

Il mare di Genova

Il mare di Genova

Il Carlo Felice inaugura la stagione lirica con Simon Boccanegra, opera ambientata a Genova e intrisa di mar Ligure nel libretto e nella partitura. L'allestimento, coprodotto con la Fenice di Venezia, ha regia e scene di Andrea De Rosa, un impianto fisso con una struttura centrale che fa da esterno e interno e parzialmente copre il fondale dove viene proiettato quel mare con immagini nitidissime che seguono l'evolversi del giorno e della notte in base all'azione scenica. I costumi di Alessandro Lai in colori acquosi situano l'azione in epoca medioevale e le luci di Pasquale Mari (suoi anche i bellissimi video) consentono di differenziare interni ed esterni: splendidi i momenti con le candele che sembrano dipinti di Georges de La Tour. La regia è piuttosto statica e segue le direttive del libretto senza particolare originalità e con una gestualità moderna, ma consente di seguire con chiarezza lo svolgersi del plot. Valida idea la presenza in scena, in vari momenti, del fantasma di Maria: interessante che, nel prologo, ella giace cadavere tra le braccia di Simone e, al contrario, nel finale accoglie in un abbraccio il corpo di Simone morente, baciandolo in capo con infinita tenerezza (il “Maria” di Simone morente è alla compagna e non alla figlia).

Stefano Ranzani dirige in modo eccellente portando l'orchestra del Carlo Felice ad altissimi risultati sia nella componente strumentale che nell'amalgama di questa con le voci. Un esempio per tutti: il contrasto fortissimo nella chiusa del prologo con la marcia mentre Simone stringe al petto il cadavere dell'amata Maria (momento ben riuscito anche dal punto di vista registico) e che l'orchestra evidenzia in modo efficace. Il suono ha tempi giusti e svelti ma mai frettolosi, assicurando trasparenza e ritmo narrativo; sonorità scabre e a tratti aspre, presaghe di Novecento, si alternano a momenti di lirico abbandono.

Franco Vassallo si conferma baritono squisitamente verdiano per la bellezza della voce brunita unita alla notevole capacità interpretativa; il suo Simone nel corso dell’opera matura una straordinaria evoluzione: dal giovane pirata al doge autorevole, dall'innamorato sofferente al padre amorevole; la cura nel fraseggio rende contemporaneamente l’aspetto umano e paterno e quello politico del protagonista, eccellendo nel rendere il senso di pietas nel finale al punto da commuovere qualche spettatore. La vera sorpresa della serata è stata Benedetta Torre che ha sostituito l'annunciata Barbara Frittoli, assente per indisposizione; il giovanissimo soprano genovese, appena ventunenne e praticamente al debutto, ha delineato un'Amelia delicata ma non fragile, di bellissima e perfetta presenza scenica: giovane angelicata in senso preraffaellita nel contegno ma decisa e coraggiosa, temprata dalla vita; la voce è di bell'impasto e usata con grande bravura: pieno il registro centrale, facili e a fuoco gli acuti; davvero una prova strabiliante, artista da seguire nel prosieguo della carriera. Marco Spotti ha una voce nera e scurissima che ben si adatta a Fiesco; la sensibilità interpretativa del basso è tale per cui ben rende al meglio anche la dimensione degli affetti familiari del personaggio. Gianluca Terranova, che sta assai bene con la barba, ha fornito una prova superba e dimostrato di essere vocalmente in stato di grazia: gli acuti sono pieni e luminosi, il centro ha spessore, i gravi sono udibili e ben timbrati e il canto si piega a sottolineare ogni sfumatura del ruolo di Gabriele Adorno. Gianfranco Montresor  ben ha espresso la natura infernale di Paolo, accanto al Pietro di giovanile baldanza di John Paul Huckle. Con loro il Capitano di Giampiero De Paoli, l'Ancella di Kamelia Kader e, nel ruolo attoriale di Maria, Luisa Baldinetti. Bene il coro del Carlo Felice preparato da Pablo Assante.

Visto il
al Carlo Felice di Genova (GE)