Comico
STO MALE FUORI

Parole in libertà

Parole in libertà
Durante la scorsa edizione del “Destate i sogni festival” di Bologna si è proposto all’attenzione degli spettatori questo spettacolo, frutto della scrittura di Mario Pascariello e della regia di Tommaso Miceli Malaguti: un “one man show” di poco meno di un’ora in cui si uniscono satira, umorismo, intrattenimento in una forma leggera tra cabaret e avanspettacolo, con semplici ausili quali uno schermo dove avvengono passaggi di tramonti e uccelli, e brevi passaggi musicali (un Battiato d’epoca che non passa mai inosservato). La forma di quest’operazione conta poco, più interessante è soffermarsi sul suo fulcro: un uomo qualunque, come fermato in mezzo alla strada, senza scena o contorni particolari, senza storia o approfondimenti inizia semplicemente a parlare e a parlare di tutto. In un linguaggio estremamente colloquiale, personale, il nostro omino della strada, di nome Mario appunto, disserta su ogni cosa gli passi per la testa, solo un disagio esce fuori un attimo, in una frase all’inizio, gridata al proprio psicanalista (peraltro solo virtuale): “sto male fuori!”. Seguendo quest’unico indizio, ogni pensiero, ogni aneddoto il nostro protagonista racconti, acquista un senso non più individuale ma universale: di fatto siamo noi a sproloquiare sul mare, i sogni, il governo, le ingiustizie, le nuove conquiste che annichiliscono le vecchie, la perdita d’identità e di scopo dei nostri giorni. Spettacolo di satira dunque, di denuncia, ma affrontato dal punto di vista di un individuo solo, cui forse importa poco di dare voce a un’umanità che la pensa come lui e come lui si sente, delusa, ignorata, abbandonata. Non a caso regista e autore/attore hanno scelto questa forma leggerissima, in cui giocare con le parole dove, più che denunciarne le intenzioni, divertirsi con il senso delle stesse; qualche eco bergonzoniana pare quasi inevitabile, come i nomi improbabili dei nuovi siti con cui la gente allo stesso modo gioca (il carmen-sito per la zia Carmen o i COMandamenti.org per una nuova versione delle tavole di Mosè). La denuncia muta allora forma e si rivela per divertissement puro. Tuttavia, mentre si rivelano vari e molteplici i livelli di lettura del testo e delle intenzioni che hanno mosso questi due artisti, purtroppo la visione giunge unica, piatta, in una forma teatrale spuria dove i tempi comici e tecnici, e a volte la difficile articolazione, rendono difficoltoso l’ascolto. Probabilmente non è il teatro chiuso, con le sue leggi e la sua disciplina spaziale e temporale ben definita, il luogo adatto per un’opera dalle connotazioni ibride quale si rivela questo tentativo di lodevole intento, ma di fatto poco convincente.
Visto il 08-01-2010
al Club di Fantomas di Bologna (BO)