Spettacolo bello, crudele e coinvolgente quello di questa sera, ma anche fortunato. Si, ho detto fortunato, perchè il caso ha aggiunto all'Urlo un elemento sonoro di grande effetto: un rumore lontano che si avvertiva nella Sala Grande del Teatro di Cascina che proveniva dalla tempesta di vento e pioggia che imperversava fuori.
La natura stava partecipando al grido di collera che Pippo Delbono stava lanciando dal palcoscenico tramite una moltitudine di personaggi ammiccanti il loro dolore nell'assordante melodia della Banda della Scuola Popolare del Testaccio.
Nel momento che le urla ed i gemiti lentamente si allontanano e la musica passa dal genere profano al sacro, le nostre menti si placano nella suadente voce di Umberto Orsini, ma i cuori battono forte, l'urlo del vento raggiunge l'anima.
La cosa eccezionale di questo spettacolo è che Pippo Delbuonpo ha confermato la sua scoperta : un teatro dei corpi che si muovono e raccontano in maniera lacerante la fatica di essere uomo, riscattati da Bobò, l'umanità microcefala, che vede oltre.
Alla fine l'applauso del pubblico inizia con pudore, aumenta, prende ritmo e diventa incessante, direi urlante.
Stanotte i nostri sogni e i nostri incubi saranno in scena.
Spettacolo con accredito del 10.04.2005
Visto il
al
Della Pergola
di Firenze
(FI)