Marina Thovez

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Spettacoli

Mortimer & Wanda
Mortimer & Wanda
Semi di Zucca
Semi di Zucca
La mia Odissea
La mia Odissea
L'insostenibile leggerezza...
L'insostenibile leggerezza...
Casina
Casina
D'amore si muore dal ridere
D'amore si muore dal ridere
Separazione
Separazione
È l'uomo per me
È l'uomo per me
Fermenti lattici
Fermenti lattici

Contenuti redazionali

A Bologna la XXVI edizione di Danza Urbana
Torna a Bologna Danza Urbana, l’unico festival dove la nuova danza d'autore e la coreografia internazionale incontrano luoghi inediti della città.
Al via il Venice Open Stage edizione 2019
Il Festival delle Accademie Teatrali resiste ai tagli e torna ad animare uno dei luoghi più suggestivi della città. Gli spettacoli, che provengono da prestigiose università e accademie di recitazione internazionali, saranno tutti gratuiti.
Al via Node Festival 2016, un binomio di musica elettronica e visual art
NODE, Il festival di Modena dedicato alle musiche elettroniche e digitali e alle sue interazioni multimediali, per la sua ottava edizione passa dall'estate all'autunno, dal 9 al 12 novembre, in location sparse per tutto il centro storico.
L'Odissea di Marina Thovez e Mario Zucca debutta a Piossasco (Torino)
Debutta in prima nazionale a Piossasco lo spettacolo La mia Odissea, che vede tra i protagonisti Marina Thovez, autrice e regista oltre che attrice, e Mario Zucca, coppia nella vita e sul palcoscenico da oltre quindici anni, e gli attori Mario Fiunulli, Gianluca Iacono, Felice Invernici,  Antonio Paiola, Federico Palumeri, Cristina Renda, Patrizia Scianca. In scena una presenza straordinaria: Aco Bacina, musicista croato considerato il miglior mandolinista al mondo, che suonerà accompagnato da  Manuel Fernando Augusto alla chitarra. Le scenografie sono di Nicola Rubertelli, conosciuto scenografo del San Carlo di Napoli. Lo spettacolo è prodotto dalla compagnia LUDUSinFABULA e da Slow Cinema, quest’ultimo impegnato per la prima volta in veste di produttore teatrale. Lo spettacolo è prodotto anche dai teatri Il Mulino di Piossasco e I Portici di Fossano. Appuntamento venerdì 7 e sabato 8 novembre alle ore 21; domenica 9 alle ore 18. Successivamente, lo spettacolo sarà replicato a Fossano (14 novembre) Mede (15 novembre) Alassio (16 novembre), Bolzano (14 gennaio 2015), Ceva (27 marzo), Bollate (10 aprile).  
Un'originale 'Casina'
‘Càsina’ è l’ultima commedia creata da Tito Maccio Plauto (Sarsina 250 a. C. circa - forse Roma 184 a.C.) due anni prima della sua scomparsa ed è frutto della prolifica inventiva dell’autore che, pur ispirandosi alle commedie greche, con Terenzio è uno dei due massimi commediografi latini: a lui si deve una sorta di riforma della farsa popolare italica per creare un teatro adatto al pubblico romano, non così raffinato all’epoca. Ne risultano commedie vivaci e spumeggianti (almeno quelle 21 che gli sono attribuite per certo) i cui personaggi sottilmente descritti, anche se se plebei e servi (questi ultimi spesso al centro dell’intreccio), sono caratterizzati da straordinaria, efficace ed esuberante forza espressiva grazie al linguaggio popolareggiante: in certa misura la riscoperta di Plauto determina nel Rinascimento la nascita della commedia moderna. Le trame piuttosto semplici e molto divertenti per la presenza di litigi, equivoci e colpi di scena vedono avvicendarsi personaggi del quotidiano. Casina, trovatella detta anche La ragazza dal profumo di cannella è una bella giovane di cui si sanno molte notizie, ma che non compare mai in scena, anche se è la causa di tutte le vicende essendo agognata come sposa da due servi e come amante dal marito e dal figlio della padrona di casa, vero perno della trama e delle beffe su cui si articola la storia le cui vere protagoniste peraltro sono le debolezze umane. Ottima idea affidare più ruoli solamente a due attori: i bravissimi Marina Thovez - cui si devono anche testo e regia - e Mario Zucca i quali cambiando abito con rapidità encomiabile riescono a ricoprire i ruoli di sette personaggi protagonisti oltre alle comparse. Altrettanto valido evidenziare con spirito ironico fatiche, dubbi, difficoltà e incertezze relative alla scelta e costruzione del pezzo e all’arte del recitare. Le variazioni rispetto al testo latino appaiono alcune volte un po’ forzate e i riferimenti di carattere alimentare andrebbero mantenuti nel rispetto di quanto storicamente è stato importato dal Nuovo Mondo e dall’Asia all’inizio dell’età moderna. Comunque l’insieme risulta originale e godibile anche per la simpatia delle innovazioni che lasciano intatto lo spirito della burla e delle beffe proprie dell’originale.  
L'insostenibile leggerezza con Marina Thovez e Mario Zucca a Magione
Marina Thovez e Mario Zucca, sabato 9 marzo, alle 21, al Teatro Mengoni di Magione con L’insostenibile leggerezza portano per la prima volta in teatro il capolavoro di Milan Kundera. Un uomo e una donna coinvolti nelle vicende praghesi della primavera del ‘68, i carri armati e le violenze che sconvolgono la loro vita segnata da proclami, spiate, carriere distrutte…. circostanze commentate con simpatia e umorismo da un'allieva e un professore che conducono il pubblico attraverso quegli eventi. “Ho ambientato la vicenda in un labirinto – dice Marina Thovez, anche autrice del testo - l’appartamento del protagonista, la stessa Praga sono un dedalo da cui non c’è via d’uscita. Lui e lei si muovono nel poderoso allestimento di Nicola Rubertelli come topi in gabbia, spiati e costretti in un percorso obbligato, quello del regime stalinista, che censura ogni movimento. Frontiere sbarrate, mezzi d’informazione che diventano mezzi di disinformazione, scuole chiuse, intellettuali in galera o sottoterra. Questa è la punizione per quella bellissima città che con la sua Primavera stava cercando di riportare il socialismo verso gli ideali di democrazia sotto cui era nato.” Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222. E’ possibile acquistare i biglietti on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.
"L'insostenibile leggerezza" di Marina Thovez in Sardegna col CeDAC
 Nella notte tra il 20 e il 21 agosto del 1968 l'esercito sovietico invase Praga, spazzando via con la minaccia dei carri armati i sogni di libertà e il “socialismo dal volto umano” di Alexander Dubček: finiva così l'intensa “Primavera”, e per la Cecoslovacchia, di nuovo sotto il controllo del regime, iniziava la stagione del sospetto e della paura. “L'insostenibile leggerezza” di Marina Thovez  in tournée in Sardegna per M'Illumino di Prosa/ la stagione 2012-13 del CeDAC, nell'ambito del XXXIII Circuito Teatrale Regionale Sardo, rievoca la temperie culturale e politica della Primavera di Praga, la partecipazione di intellettuali e riformatori a quella breve stagione rivoluzionaria, l'inizio dell'auspicato “nuovo corso” fino all'occupazione sovietica, con la fine del sogno e la “normalizzazione” del paese. Lo spettacolo, trasposizione in forma di commedia di una pagina emblematica della storia recente, dopo il debutto giovedì 14 febbraio a Lanusei, sarà in scena venerdì 15 febbraio alle 21 al Teatro Costantino di Macomer; sabato 16 febbraio alle 21 al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo; domenica 17 febbraio alle 21 all'Auditorium Comunale di Arzachena e infine lunedì 18 febbraio alle 21 al Cine Teatro Montiggia di Palau. La pièce originale firmata Ludus in Fabula, con regia e drammaturgia della stessa Thovez, protagonista sulla scena insieme a Mario Zucca, racconta una storia di passioni e tradimenti sullo sfondo della breve parentesi rivoluzionaria innescata da Dubček e poi la fase della censura e della repressione, del silenzio e delle omissioni perché chiunque può trasformarsi in una spia. La chiave dell'ironia e una scrittura metateatrale, con il dialogo tra un'allieva e un professore a far da cornice alle vicende del recente passato, trasformano questo interessante affresco di una capitale europea (in un momento cruciale) in una godibile commedia dal sapore dolceamaro, tra amori e disamori, segrete inquietudini e inconfessati timori dei protagonisti, un uomo e una donna, la cui esistenza si intreccia alla Storia. Humour e brio permettono di affrontare temi come la libertà negata, la spietatezza del regime e la macchina temibile della burocrazia e i suoi effetti nel quotidiano, la trasformazione delle relazioni tra le persone, l'incertezza, l'ombra del tradimento sottolineandone gli aspetti più grotteschi. La vita di intellettuali e artisti che avevano entusiasticamente aderito al programma di Dubček, e così quella di cittadini e studenti, ricondotta nell'alveo della politica sovietica, ritorna all'antica routine, mentre sogni e aneliti di libertà restano imprigionati in una sorta di labirinto in cui si perdono ricordi e emozioni. “L'insostenibile leggerezza” racconta il contrasto tra l'irrilevanza di scelte e azioni individuali sul corso della Storia, e insieme la pregnanza e l'unicità – agli occhi dei protagonisti – di ogni esistenza umana, un paradosso a volte crudele che si stempera però in un sorriso. La trama è "semplice": un uomo e una donna, loro malgrado coinvolti nelle vicende praghesi capitate nella primavera del ‘68, i carri armati e le violenze sconvolgeranno la loro vita, segnata da proclami, spiate, carriere distrutte…. circostanze commentate con simpatia e umorismo da un'allieva ed un professore che condurranno il pubblico attraverso quegli eventi. Scrive Marina Thovez nelle sue note di regia: «Ho ambientato la vicenda in un labirinto. L’appartamento del protagonista, la stessa Praga sono un dedalo da cui non c’è via d’uscita. Lui e lei si muovono nel poderoso allestimento di Nicola Rubertelli come topi in gabbia, spiati e costretti in un percorso obbligato, quello del regime stalinista, che censura ogni movimento. Frontiere sbarrate, mezzi d’informazione che diventano mezzi di disinformazione, scuole chiuse, intellettuali in galera o sottoterra. Questa è la punizione per quella bellissima città che con la sua Primavera stava cercando di riportare il socialismo verso gli ideali di democrazia sotto cui era nato…»   INFO & CONTATTI: Lanusei: info: cell: 338.8727641 - lanusei.toniodei@cedacsardegna.it  - www.cedacsardegna.it Macomer: info: tel: 347.8777538 - macomer.costantino@cedacsardegna.it  - www.cedacsardegna.it Meana Sardo: info: tel: 328.7157769 - cedac@cedacsardegna.it - www.cedacsardegna.it Arzachena: info: 328.6996706 - arzachena.auditorium@cedacsardegna.it - www.cedacsardegna.it Palau: info 338.5865992 -  santino.mariani@alice.it - www.cedacsardegna.it
Pensare equivale ad essere liberi
Al Teatro Civico di Tortona (Alessandria) ha avuto luogo il debutto stagionale de L'insostenibile leggerezza ... tratto dal romanzo di Milan Kundera L'insostenibile leggerezza dell'essere. Adattamento e regia sono a firma Marina Thovez, pure interprete assieme a Mario Zucca col quale forma da tempo una inossidabile coppia sul palco come nella vita. Una produzione - Ludus in Fabula - indipendente, in altre parole che pur non beneficiando di sovvenzioni riesce a raggiungere risultati di tutto rispetto. Il libero adattamento si è ben presto discostato dal romanzo per assumere una specifica valenza drammaturgica volta a valorizzare i canoni teatrali, l'esigenza di contatto subitaneo con il pubblico. Stralci dell'autore si sono intersecati a dialoghi originali. Flash narrativi, che il ritmo esordito quasi in sordina ha posto in progressione freneticamente incalzante fino al raggiungimento di un inscindibile ex novo, come scatti di una pellicola: primo dei tanti rimandi registici al personaggio femminile, una fotografa. La scenografia semovente (di Nicola Rubertelli) era improntata ad esauriente linearità e gli elementi necessari all'azione sono stati estratti da un cubo-cassapanca, traduzione attuale del classico baule da cui gli attori della Commedia dell'Arte traevano costumi e maschere. I molti spunti di riflessione, spesso necessitanti di una attenta partecipazione, sono stati sapientemente stemperati con suggerimenti visivamente espliciti oppure demandati alla pura e semplice gag, tragicomica, riecheggiante Beckett sia pure più nelle intenzioni che nella realizzazione pratica maggiormente propensa alla boutade (cabarettistici, nel significato più nobile che assume l'arte umoristica, i primi trascorsi di Mario Zucca); escamotages che hanno fatto capolino per sfruttare l'immediatezza di tale linguaggio comunicativo. Sui manifesti campeggiava un labirinto sormontato dalla Torre di Babele. Thovez infatti, contestualmente alla riproposizione dei dedali kunderiani, in primis quello simboleggiante la censura (introdotta in Boemia a seguito dell'invasione dell'Unione Sovietica e degli alleati del Patto di Varsavia durante la cosiddetta Primavera di Praga nel 1968) ha suggerito un percorso di elevazione verso l'unica via d'uscita possibile: la comprensione degli eventi e dei sentimenti che si sono indelebilmente sovrapposti nel tormentato periodo storico che ha fatto da sfondo alla storia d'amore tra Tereza e Tomáš. Peccato, forse, che la citazione al babelico labirinto non abbia trovato rimando in scena, a delimitare la quale era un altrettanto esaustivo muro, inizialmente rassicurante parete domestica divenuta oppressiva per poi aprirsi su uno spiraglio di libertà. Al di qua del tramezzo un mondo grigio, monocromo; al di là la vita, sfavillante di colori. Da una parte Dubček, Jan Palach, il rombo degli aerei; dall'altra la neutrale Svizzera dal cielo terso tra l'intrecciarsi dei rami di betulla. Al silenzio imposto dalla censura, Thovez ha dato voce inzittibile affidata alla note di Dvořák, Smetana, Janáček e ancora canti desunti dalla tradizione popolare boema, in parallelismo con l'eloquenza delle fotografie documentaristiche della protagonista; giudicate però prive di interesse proprio nella presunta terra promessa, che ha a sua volta assoggettato ad una differente, spiazzante, forma di censura dettata da leggi mediatiche. Per meglio mettere in risalto i risvolti filosofici del romanzo (ricorrente la similitudine con la cecità di Edipo) la regista-drammaturga ha sovrapposto alcuni inserti scherzosamente didascalici, in forma di lezione scolastica con tanto di esempi alla lavagna. Una sorta di moderno dialogo di Platone recante interrogativi inerenti la "casualità" e la "necessità", rivolto direttamente ai presenti, cercando il loro coinvolgimento e stimolando quella medesima comprensione stigmatizzata come unica foriera della libertà di pensiero: "L'esercizio del pensiero è il più grande strumento di libertà che abbiamo" ha dichiarato Thovez. Mario Zucca ha vestito i panni del medico chirurgo Tomáš, professionista sicuro di sé fino a tradire senza troppi rimorsi l'adorata compagna, in realtà vittima di una incontrollata paura dell'amore stesso, per poi, vinto e battuto dalle circostanze, tramutarsi in un uomo che si sente, senza esserlo, un perdente. Marina Thovez ha ritagliato per sé un personaggio di ancora maggiore complessità: la cameriera-fotografa Tereza dai multisfaccettati sbalzi caratteriali espressi con la foga di un fiume verbale in piena; passata dall'autostima conseguente all'affermazione lavorativa, ai sentimenti cagionati dai mutamenti politici che l'hanno portata ad attraversare stati d'animo quali la cieca fiducia, l'incredulità, la sottomissione, infine il moto di ribellione che la porterà alla riconquista del perduto io, sia pure a costo di pesanti conseguenze. Teatro prossimo all'esaurito ed incontro conclusivo con gli interpreti, nel corso di un buffet nel ridotto.