Le Scimmie Nude, compagnia teatrale di giovani attori che propongono un teatro d’indagine sull’uomo, Questo testo estremamente comico, ma anche asciutto e severo che Mrozek scrisse nel 1974 è fondato sul contrasto dialettico, sociale e culturale che mette a confronto i due protagonisti: due poveri emigranti, due uomini prima di tutto. I loro discorsi, le voci ed i rumori che provengono da fuori e dall’appartamento che sta sopra di loro ci aiutano a percepire le vibrazioni ostili di una città straniera. La storia che li accomuna, oltre al precario alloggio, è il fatto che provengono dallo stesso paese. AA è l’intellettuale amareggiato e deluso: una figura complessa, un uomo in fuga dai condizionamenti politici sociali di un regime oppressivo, che si dibatte tra le sue frustrazioni ed il suo inquieto anarchismo. Egli farnetica in continuazione di scrivere un libro cinico e spietato sull’uomo, uno sfogo finale per giustificare le sue e le nostre sconfitte: “ Sull’uomo allo stato puro cioè sullo schiavo…..” XX è il proletario grezzo, istintivo e probabilmente di famiglia contadina, venuto nella grande città occidentale per lavorare e fare soldi. AA, infatti, lo ammonisce: -“ Laggiù sei schiavo dello stato, qui della tua cupidigia. E senza speranza di liberazione.” Una disputa fra due poveracci fatta di incomprensioni che nascono dalla diversa sensibilità e dal differente livello culturale. In questo ‘dibattersi’, una lunga e tenace battaglia tra ‘poveri’, la vocazione comica e grottesca di Mrozek ci travolge in un turbine di risate, che a tratti lascia l’amaro in bocca, infatti le loro incomprensioni, le loro critiche e accuse reciproche sono pervase da un denominatore comune, un celato sentimento d’inconfessata nostalgia per la propria terra, ma soprattutto per i propri affetti lontani. Ma è qui che i personaggi oltre alla loro irresistibile comicità, mostrano tutto il loro spessore drammatico, perché l’angosciata diatriba tra i personaggi riflette con maggior evidenza l’aspetto esistenziale della solitudine e dell’incomunicabilità tra uomini-vittime. “Qui viene denunciato e superato il contrasto tra ideologia e libero pensiero, tra schiavitù e libertà, tra un potere imposto e la libertà delle proprie scelte – ha affermato Gaddo Bagnoli, regista della compagnia - così da potersi finalmente riprendere la propria vita. Questa vita benedetta e maledetta che bisogna accettare in qualunque modo si decida di viverla.” Dopo un lungo lavoro di improvvisazione sviluppato sia individualmente che in coppia, gli attori hanno sviluppato una consapevolezza, un istinto e un’emotività personali rispetto ad una vicenda che parla di emigranti, si, ma soprattutto di uomini.
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