Il testo, ispirato a un fatto realmente accaduto e raccontato dal neurologo Oliver Sacks nel saggio Vedere e non vedere, apre uno squarcio profondo sui problemi etici e filosofici che la cura dei pazienti può avere sugli stessi. Brian Friel rielabora la vicenda di un singolare caso clinico mantenendo intatto il rigore scientifico e introducendo degli elementi che trasfigurano il caso. La folgorante e drammatica storia di Molly Sweeney tratteggiata con un’umanità senza diaframmi, mette a nudo la disarmata vulnerabilità di tutti i personaggi. Molly, quarantenne cieca ma completamente autonoma, lavora come fisioterapista in un centro benessere. Il tatto è la strada per entrare in contatto col mondo e per riconoscerlo, e supplisce perfettamente all’assenza della vista.
La donna, convinta a sottoporsi ad un’operazione chirurgica, riacquista in parte la vista, ma il tanto atteso esito positivo provoca invece in lei un grande un trauma. Molly si trova infatti a dover ri-conoscere il mondo,
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