Da alcune stagioni, ormai, il teatro di quello che è il più grande umorista italiano del ‘900 ha trovato sul palcoscenico quella legittimazione che in vita a fatica gli veniva riconosciuta. E il teatro di Campanile, con le sue fulminanti tragedie in due battute, i drammi giocati sugli equivoci, i monologhi magistralmente imbastiti su assonanze di parole e scambi di significato, difficilmente poteva trovare oggi un'interprete più fedele e al tempo stesso più innovativa di Piera Degli Esposti.
L’effetto è elegante, divertente, spiazzante … Spiazzante che sia un’attrice a dar voce all’“io narrante” maschile delle opere campaniliane; e che nonsense esilaranti, sul filo dell’“assurdo”, siano raccontati con garbo e nonchalance, moltiplicando l’effetto ironico delle situazioni.
Emerge l'attualità, di scrittura e di contenuto, del teatro di Campanile, di quel suo metodo sornione, al limite del disarmante, di aggredire la realtà, di deriderla, di evidenziarne contraddizioni e assurdità, di sbugiardarne il linguaggio, così fragile ed esposto a spassosi fraintendimenti, nonostante la robusta patina di serietà e buon senso che presuppone.
Un’indimenticabile serata è una piéces sottile e raffinata, un divertente collage dei più celebri testi dell’autore, in cui musica, poesia, divertimento si fondono a una sottile critica sociale e a uno sguardo sagace sulla realtà di quegli anni. E quella che mette in scena risulta, ieri come oggi, un' Italietta piccola piccola, ancora infarcita di quel buon senso e di quelle buone maniere di facciata inculcate dal fascismo prima e dal perbenismo piccolo borghese, poi.
Così, senza un preciso percorso narrativo, l’“indimenticabile serata” trascorre fra fulminanti battute, gag, brevi monologhi, tutti accomunati dal gusto per il “divertimento intelligente”. Sempre modernissimo, mai volgare, perspicace e brillante, Campanile non stanca mai e il suo umorismo affascina e conquista.
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Regia:
Antonio Calenda
Autore:
Achille Campanile