Danza

Alessio Maria Romano: "In scena la materia oscura, Isaac Newton e la bellezza della danza"

Alessio Maria Romano
Alessio Maria Romano © Andrea Macchia

Incontriamo il coreografo Alessio Maria Romano, che al Teatro Astra di Torino presenta un esperimento scenico che coniuga il linguaggio della danza con la prosa.

Parlare dei misteri della scienza mettendo insieme il linguaggio della danza con la prosa: è questa la sfida lanciata da Andrea De Rosa (direttore artistico della Fondazione TPE di Torino) per la stagione 2022/2023 del Teatro Astra, intitolata Buchi neri e raccolta da Alessio Maria Romano, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2020.

In questa intervista l’artista, costantemente in bilico tra prosa e danza, ci racconta il frutto del suo recente percorso di ricerca: Principia, un esperimento scenico realizzato a quattro mani con la drammaturga Linda Dalisi nel quale due danzatori (la torinese Francesca Linnea Ugolini e il francese Mattéo Trutat), ispirandosi al moto dei corpi celesti, sono protagonisti di un mistero oscuro.

Principia


Cosa vi ha portati alla scelta di questo titolo?
Con Linda Dalisi abbiamo riflettuto molto sul titolo di questo lavoro, ma la nostra conoscenza della Fisica era praticamente nulla, per cui abbiamo richiesto l’affiancamento di un consulente scientifico e ci siamo relazionati tantissimo con il Planetario di Torino.
Durante la fase di studio preliminare ci siamo imbattuti in Isaac Newton e in Principia, opera nella quale vengono formulate le leggi della gravità universale e della dinamica, che in qualche modo hanno rivoluzionato il “vocabolario” della comunità scientifica. Ci è piaciuta l’idea di ricominciare, immaginando un nuovo inizio per la danza.

La materia oscura è un tema particolarmente presente nella cultura di massa degli ultimi anni (film, serie tv): questo ha influenzato in qualche modo il vostro percorso di ricerca?
Faccio una premessa: la materia oscura ha rappresentato un elemento di novità, ma non è sicuro che esista, perché di fatto non è ancora stata trovata. Resta un’ipotesi, qualcosa di non definito su cui Newton ha ritenuto di non potersi esprimere ulteriormente.

Alessio Maria Romano


Io sono un grande fan di tutto ciò che riguarda il Multiverso e gli eroi della Marvel, perché sono l’espressione dell’ignoto, di qualcosa di misterioso che affascina moltissimo: in un momento storico di grande incertezza, dopo la pandemia, in particolare noi artisti abbiamo perso le nostre radici e sentiamo il bisogno di riconnetterci, di ritrovare (anche fisicamente) l’altro.

Questo elemento emerge nel rapporto tra i due performer sul palcoscenico?
Io spero di sì. Una caratteristica ricorrente nei miei lavori è lasciare al pubblico la totale libertà di scegliere cosa vuole vedere. Anche in questo caso, lo spettatore è invitato a vedere, ascoltare e immaginare – all’interno dello spazio scenico – qualcosa che dia la possibilità ai due performer di ritrovarsi.

Alessio Maria Romano


Lo spettacolo coniuga danza e prosa: come avete lavorato per raggiungere questo obiettivo?
Tutto il lavoro è stato veramente un laboratorio di fisica, sviluppato “in divenire”, tra ipotesi, tesi e numerosi tentativi. Alla fine, abbiamo deciso che l’interpretazione di Marta Pizzigallo dovesse rimanere una voce fuori campo, che accompagna il pubblico non appena fa il suo ingresso nel teatro, già nel foyer: dunque, un’entità separata dai due danzatori in un suddivisone ideale tra mente e corpo.

In questo percorso tra moto dei corpi celesti e materia oscura, come si inseriscono due “stelle della danza” come Fred Astaire e Ginger Rogers?
Sono stati un pretesto da cui partire, perché molte fonti attraverso le quali mi sono documentato paragonano il moto degli astri al movimento della danza: il direttore dell’Hayden Planetarium di New York, ad esempio, cita in particolare Fred Astaire e Ginger Rogers.

Principia


Ho scelto tre coreografie eseguite da questa coppia, le ho completamente smontate in tanti pezzettini, privandole del loro contesto naturale e le ho affidate alla tecnica dei due performer, che non fanno altro che attrarsi e respingersi, senza distruggersi. Proprio come Fred e Ginger!
 

Prima di ritornare tra le sue “stelle”, per monitorare in prima persona le repliche fino al 23 aprile, il coreografo si congeda con queste parole: “Grazie per il tempo che avete dedicato alla nostra ricerca”.
 

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