Cinema

"2061": nuovo film di Vanzina su un' Italia choc

"2061": nuovo film di Vanzina su un' Italia choc

È il 2061. Dopo una catastrofica crisi energetica, dovuta all'esaurimento delle scorte petrolifere, e a causa degli sconvolgimenti climatici che hanno prodotto la desertificazione del pianeta, siamo ripiombati nel più cupo Medioevo. A duecento anni dall'unità d'Italia, la nostra penisola si è di nuovo spezzettata in Stati e staterelli: dal Sultanato delle Due Sicilie alla Repubblica Longobarda; dal rinato Stato Pontificio alla Repubblica postcomunista di Falce e Mortadella, al Granducato della Toscana. Ma un manipolo di valorosi patrioti, capitanati da un istrionico professore, tenta l'impresa più disperata: partendo dal Piemonte e ripercorrendo lo stivale, cerca di ricostruire un Paese sfasciato, multietnico e sgangherato, dove si va in bicicletta perché manca la benzina e nei reality show, detti «reality-kill», i concorrenti in nomination vengono uccisi davvero. 2061 è il nuovo film di Carlo ed Enrico Vanzina, coprodotto da Rai Cinema-International Video 80, nelle sale dal 23 ottobre, distribuito da 01. Protagonista, nel ruolo del professor Maroncelli (cognome preso a prestito dal patriota del Risorgimento), è Diego Abatantuono: «Un visionario, fanfarone e un po' cialtrone — avverte l'attore, vestito in pelle nera e una bandana alla corsara in testa —. Una specie di Brancaleone alle Crociate in versione futuribile, che parte da Cefalùbad, per riconquistare, palmo a palmo, tutta la penisola ». Con lui, un'allegra brigata stracciona: due ladri, un eroe cannibale, una cortigiana romana, un gay che invoca i Pacs e poi acrobati, camionisti, ex posteggiatori... Nel cast, Emilio Solfrizzi, Sabrina Impacciatore, ma anche Anna Maria Barbera, al secolo Sconsolata, nella parte di Nunzia La Moratta, sindaco- ombra di Milano; Michele Placido, cardinale Bonifacio del Tribunale dell'Inquisizione; Massimo Ceccherini, signorotto toscano detto Cosimetto Delli Cecchi, in lotta contro la fazione dei Della Valle. Il set, in questi giorni, è nel Castello di Tor Crescenza dei principi Borghese, vicino a Roma, dove sono ambientati gli interni del fantomatico palazzo Delli Cecchi (leggi Cecchi Gori) in piazza del Campo a Siena: sull'alta torre merlata, sventola una bandiera con su scritto «Fiorentina The Best». È qui che vengono portati i patrioti, rapiti dai ribelli fedeli a Cosimetto: i poveracci si troveranno coinvolti e dovranno fare i conti con una sorta di faida tra Guelfi e Ghibellini. Tra gli altri interpreti, anche Andrea Osvart, Dino Abbrescia, Jonathan Kashanian, Antonello Costa, Paolo Macedonio, Roberto D'Alessandro e Nini Salerno. Spiegano i fratelli Vanzina: «È una commedia apocalittica sul nostro Paese, proiettato in un Medioevo prossimo venturo, dove il personaggio di Abatantuono può ricordare, anche per la sua fisicità, Vittorio Gassman. Soprattutto è un film d'avventura, un viaggio picaresco che vuole divertire, ma anche far riflettere sul nostro incerto futuro». Un futuro allo sbando? Rispondono: «Beh, quantomeno inquietante, a giudicare dalle previsioni catastrofiche che, sempre più spesso negli ultimi tempi, si leggono sui giornali e che sembrano non riguardarci. A cominciare, in larga scala, dai disastri ecologici che riguardano tutto il mondo, per poi arrivare alle montagne d'immondizia da cui siamo sommersi. Ma soprattutto — aggiungono i Vanzina — una politica che è sempre più lontana dalla gente, in un'Italia che rischia spaccature macroscopiche tra Nord e Sud e di perdere la sua identità storica e culturale. Insomma, nel nostro film si vedrà, in chiave comica, ciò che vediamo quotidianamente nei tg». Una missione impossibile, dunque, quella del professor Maroncelli e dei suoi seguaci in uno scenario allarmante. A bordo di una feluca prima e a piedi poi, il gruppetto di patrioti, o aspiranti tali, si imbatte in un ex Bel Paese da rottamare. Il ponte di Messina fatto a metà; un cimitero di vecchie carcasse d'auto, abbandonate sulla Salerno-Reggio Calabria durante un ingorgo, dovuto alla chiusura delle pompe di benzina; una ragazza che, in abiti succinti, fugge inseguita dai killer del reality cui ha partecipato e che la vogliono morta; e alle porte di Roma, mentre si rifocillano nel ristorante «er Matriciano», dove si mangia sushi all'amatriciana e bruschette di pinne di pescecane, vengono sorpresi dalla polizia pontificia, rinchiusi e processati a Castel Sant'Angelo, condannati al rogo, se non fosse che, per lo stratagemma di una Tosca rediviva, riescono nuovamente a scappare. Ma alla fine riusciranno i nostri eroi? Anticipano i registi: «Sì, riusciranno a riunire l'Italia, ma l'ammonimento è: stiamo attenti, perché il futuro arriva molto in fretta...». Meno ottimista è nella realtà Abatantuono: «Se devo pensare al mio futuro come uomo, non lo vedo molto positivo. Il nostro film è surreale e grottesco, noi ci scherziamo sopra ma i segnali sono preoccupanti: le famiglie si sfasciano, nascono pochi bambini perché non c'è lavoro, né certezze, sulle nostre coste continuano ad arrivare cadaveri di gente in cerca di speranze e intanto i nostri governanti non sanno in che direzione andare, ma continuano a non rinunciare ai loro privilegi di casta. Che razza di Italia è diventata? Se non ci rimbocchiamo tutti le maniche — conclude — ed è questa la morale del film, la situazione è destinata a degenerare. E il prossimo film di Natale lo faremo a Napoli, sciando sull'immondizia».