A Hollywood circola una nuova formula per produrre con successo: «Se non riesci a fare un buon film, fallo in 3D». Vuole essere una battuta, un modo per scherzare sopra una serie di film usciti in questi mesi che hanno lasciato gli spettatori non inebriati ma irritati dall'esperienza. Perché pagare sino al 50% in più un biglietto per avere in cambio delle immagini annebbiate? E magari lasciare la sala con il mal di testa o un senso di nausea? «È in atto una rivolta - sostiene Paul Dergarabedian, presidente di Hollywood.com -.
Che la tecnologia tridimensionale avrebbe salvato Hollywood lo avevano iniziato a pensare in tanti. «È la novità più rivoluzionaria sin dall'avvento del colore», disse categorico Jeffrey Katzenberg, presidente e fondatore della DreamWorks. Un sentimento condiviso grazie al fenomenale successo di Avatar, quando tre spettatori su quattro scelsero di andare ad esplorare il favoloso mondo di Pandora con gli occhialini. Subito dopo venne Alice nel paese delle meraviglie e a quel punto il 3D divenne la nuova Terra Promessa. Sessanta le nuove uscite nei prossimi due anni, mentre le sale adibite per la nuova tecnologia sono schizzate a oltre 5mila.
Perché gli Studios si siano buttati sul tridimensionale è presto spiegato: una questione di soldi e di profitti. Intanto, un film in quel formato è quasi impossibile da piratare. Ma soprattutto si possono chiedere quattro o anche cinque dollari in più per il biglietto: questo ha portato gli incassi per il 2010, che altrimenti sarebbe stati di segno negativo, a un più quattro per cento sull'anno precedente. Anche il mondo dell'hard si muove e dal mercato asiatico arriverà Sex and Zen: Extreme Ecstasy del regista di Hong Kong Sun.
Ma gli spettatori hanno iniziato ad esprimere chiari segni di fatica. E ora hanno iniziato a ribellarsi anche gli autori. «Quando ti infili quegli occhialini tutto diventa nebuloso», si lamenta J. J. Abrams, il cui Star Trek ha raccolto quasi 400 milioni di dollari pur essendo stato presentato alla vecchia maniera. Insomma, come già accaduto sul finire degli Anni '50, anche questa nuova ondata di mania per il tridimensionale potrebbe rappresentare non una svolta epocale ma una breve parentesi. E una prova verrà da The Hobbit, il prologo de Il Signore degli anelli diretto da Peter Jackson.
TheOneRing.Net, un sito dedicato al mondo creato da Tolkien, ha condotto un sondaggio tra i fan e su 450 risposte ci sono stati 450 no al 3D. E adesso il regista-produttore sta seriamente riconsiderando la sua scelta.
Fonte: www.lastampa.it