Protagonista di tanto cinema – e di tanti ricordi - anni '70, il grande attore de "Un tranquillo week end di paura" ci ha lasciato a 82 anni.
Per le nuove generazioni è forse difficile immaginarlo, ma ci fu davvero un tempo in cui il nome di Burt Reynolds giganteggiava sui manifesti. Reynolds, scomparso ieri a 82 anni, fu forse l'unico attore in grado di tener testa a Clint Eastwood – una vera e propria istituzione cinematografica nei '70/'80 - in quanto a iconicità e garanzia al botteghino per un certo tipo di pellicole.
Un gigante dimenticato
Sia in commedie (finto) ingenue come Il Bandito e la Madama o più scatenate come La corsa più pazza d'America, sia in prove d'autore impegnative (Un tranquillo week end di paura; Quella sporca ultima meta), alcune poi spesso ingiustamente dimenticate (L'uomo che amò Gatta Danzante), Reynolds era un richiamo sicuro e una garanzia di successo.
Poi, molto del suo cinema di genere segnò il passo, quasi che Reynolds fosse rimasto legato ad un certo tipo di pellicole ormai “fuori tempo massimo” in anni di blockbuster sempre più fracassoni e meno divertenti, tanto che ad oggi - al contrario dell'amico/rivale Eastwood -, salvo sviste, nessuna solida rilettura critica di una filmografia quasi cinquantennale risulta pervenuta.
Video (don't) killed the movie star
Ora che è scomparso e che quindi si tenta di correre ai ripari andando a scorrere Wikipedia in cerca di qualche titolo poco citato da sbandierare, il ricordo va invece proprio a quelle pellicole più sgangherate, viste e riviste da ragazzini sulle prime reti televisive private. E' li che la memoria e il ricordo di Burt Reynolds ci porta: l'autorialità di certi suoi film l'avremmo (forse, non sempre) scoperta dopo. In quel momento ci bastavano i pomeriggi spesi a tifare per un simpatico baffone preso tra improbabili inseguimenti e ragazze da sogno.