Universalmente ricordata per il ruolo di Melania in ‘Via col vento’, l’attrice britannica naturalizzata statunitense aveva 104 anni ed è morta nel sonno nella sua casa di Parigi.
Tutti la ricordano nel ruolo di Melania Wilkes, la cugina di Rossella O’Hara, in Via col vento, la saga creata da Margaret Mitchell, adattata a film nel 1939 da Victor Fleming (una delle prime pellicole in Technicolor, prodotta dall’industria cinematografica hollywoodiana).
Ma la carriera di Olivia de Havilland, la più longeva delle dive – scomparsa nel sonno all’età di 104 anni nella sua casa di Parigi, dove viveva dal 1955 – è stata molto più articolata.
Una lunga carriera, tra soddisfazioni e riconoscimenti mancati
Il debutto cinematografico risale al 1935, con il ruolo di Hermia in Sogno di una notte di mezza estate, che il regista Max Reinhardt le aveva già affidato l’anno precedente in un allestimento teatrale all’ Hollywood Bowl di Los Angeles.
Messa sotto contratto dalla Warner, in quegli stessi anni era diventata famosa quale partner ideale di Errol Flynn in alcune pellicole di genere “cappa e spada” (Capitan Blood, La carica dei 600, La leggenda di Robin Hood, Il conte di Essex, La storia del generale Custer), nelle quali finiva inevitabilmente prigioniera per poi essere salvata dall’eroe.
L’Oscar come migliore attrice non protagonista per Via col vento le era sfuggito (lo aveva ottenuto Hattie McDaniel nel ruolo di Mamie), ma nella sua carriera l’attrice ne vinse comunque due, mai con la Warner, bensì con la Paramount Pictures: il primo nel 1946 per A ciascuno il suo destino; il secondo per L’ereditiera (1949), nel ruolo di una donna che, dopo l’iniziale sottomissione a un padre ricco e a un amante avido, alla fine alza la testa e mostra un carattere deciso.
L’ultima interpretazione significativa è accanto a Bette Davis (di cui, negli anni, era diventata amica) in Piano…piano, dolce Carlotta (1964), a cui segue solo qualche sporadica comparsata (Airport ’77, Swarm).
Nel 2017, in occasione del suo 101º compleanno, le è stata conferita la prestigiosa onorificenza di Dama dell’Impero Britannico.
La rivalità con la sorella Joan Fontaine
La rivalità con Joan Fontaine è stata tra le più discusse di Hollywood. Fin dall’infanzia, le due sorelle ebbero rapporti molto difficili: la popolarità che entrambe riuscirono rapidamente a ottenere nel mondo del cinema accrebbe la loro competizione.
Nel 1942 entrambe furono candidate per l’Oscar alla migliore attrice protagonista e Joan lo vinse per prima con Il sospetto, di Alfred Hitchcock; gli anni seguenti furono segnati da dispetti e riappacificazioni, fino alla rottura definitiva, avvenuta nel 1975, a causa di alcuni malintesi conseguenti alla morte della madre, Lilian Fontaine: da allora, le due sorelle non si sono più viste, né parlate.
Le battaglie legali
Terminato, nel 1943, il suo contratto con la Warner, l’attrice decise di portare la casa di produzione cinematografica in tribunale, avendo la meglio in una lotta senza precedenti, che ha permesso, ad esempio, agli attori impegnati a combattere durante il secondo conflitto mondiale, di non dover recuperare il periodo trascorso sotto le armi.
L’interpretazione del ruolo di Virginia Stuart in La fossa dei serpenti (1948) è valsa a Olivia de Havilland un’ulteriore nomination all’Oscar e la Coppa Volpi al Festival di Venezia per la migliore interpretazione femminile: il film è stato il primo lungometraggio hollywoodiano a trattare il tema della pazzia e della sua cura, contribuendo a modificare la legislazione in ambito psichiatrico in 26 stati americani.
Nel 2017, tramite il suo avvocato, ha fatto causa all'emittente televisiva FX, sostenendo di essere stata rappresentata in maniera fuorviante nella serie televisiva Feud (il suo personaggio era interpretato da Catherine Zeta-Jones).