Cinema

Addio a Milos Forman, il regista che volò sul nido del cuculo

Milos Forman
Milos Forman

Si è spento il regista 86enne Milos Forman, uno dei registi-simbolo degli anni '70 che, attraverso le sue forti convinzioni etiche, è riuscito a usare il “sistema-Hollywood” per raccontare, criticare e satireggiare l'american way of life.

Di primo acchito, ora che Milos Forman ci ha lasciato, scorrendo mentalmente i titoli della sua filmografia, viene difficile pensare che lo stesso regista che, a partire dal 1960, aveva contribuito a dar vita a quella che si poteva definire la Nouvelle Vague ceca, potesse aver portato sugli schermi di tutto il mondo pellicole di stampo hollywoodiano quali Amadeus o Qualcuno volò sul nido del cuculo.

Europa – America: 1 a 0

Di fatto, l'intuizione vincente di Forman, quella che lo ha fatto amare incondizionatamente da critica e pubblico, fu di unire nel racconto la visione e la sensibilità prettamente europea agli schemi hollywoodiani più di successo. Solo così gli è stato possibile rendere “digeribili” a una platea americana – e non solo - già sulla via della massificazione, pellicole come Amadeus o - parzialmente – Man on the moon con Jim Carrey. E scorrendo con occhio altrettanto attento la biografia personale di Milos Forman, è evidente quanto la sua storia personale abbia (co)inciso sulle sue scelte artistiche.


Milos Forman (Amadeus)

La vita condiziona l'arte

Nato nel '32 in quella che era ancora la Cecoslovacchia, padre e madre deportati e mai usciti dai campi di concentramento nazisti; uno dei suoi primi film – il satirico Il Ballo dei Pompieri – contestato e in seguito vietato dall'allora presidente ceco Novotny; autoesiliato in Francia ed emigrato negli Stati Uniti dopo il fallimento della Primavera di Praga nel '68. Non poteva che essere la libertà la costante ideale e cinematografica di Forman. Così come forte era, nelle pellicole dirette in Cecoslovacchia, la critica verso l'imposizione del cosiddetto socialismo reale e, più in generale, verso le dittature, altrettanto diretta e decisa fu la satira contro il capitalismo selvaggio e le sue conseguenze nelle pellicole che Forman cominciò a girare una volta negli U.S.A.


Milos Forman (One Flew Over the Cuckoos Nest)

La libertà non è star sopra un albero

La denuncia sociale (Taking Off – 1971 e, soprattutto, Qualcuno volò sul nido del cuculo che nel 1975 vinse cinque Oscar, regia compresa), la guerra del Vietnam (Hair – 1979), le “storture” del sistema americano (Ragtime – 1981; Larry Flynt - Oltre lo scandalo – 1996) sono solo alcuni temi ricorrenti nella filmografia di Forman.
Così come è ricorrente il tema della libertà in ogni sua forma – artistica, sociale, sessuale, di espressione -, vero filo rosso che, a volte scopertamente, altre più sottotraccia, unisce tutte le pellicole del regista ceco.

Da tempo si favoleggiava di un suo ritorno dietro la macchina da presa, speranza spentasi poi nel 2011 quando Forman stesso dichiarò che, per problemi di vista purtroppo irreversibili, non avrebbe più potuto girare.