Per anni Andrea Occhipinti è stato un sex symbol del cinema. Ruolo che, oggi che ha quasi 50 anni e preferisce farsi conoscere come amministratore unico della Lucky Red, è per lui decisamente scomodo. Perché? "Intanto perchè sono gay - confida a Vanity Fair. - Però, essere gay, doverlo tenere nascosto perché vieni considerato un sex symbol e dunque diventeresti poco credibile sullo schermo, è molto sgradevole".
Mentre la sua casa di produzione e distribuzione, la Lucky Red, sta per presentare al cinema il 9 marzo il fantapolitico "Death of a President", l'attore diventato famoso con Scola ("La famiglia"), racconta al settimanale quanto sia spiacevole, per un uomo bello e gay, dover nascondere la propria omosessualità per restare un eroe romantico credibile.
Certo, oggi che la Lucky Red compie vent’anni, ha appena conquistato i diritti del film cinese "Il matrimonio di Tuya", Orso d’oro al Festival di Berlino e sull’altro cinese "Still Life", Leone d’oro a Venezia, la sicurezza economica non manca. Ma a inizio carriera, quando Occhipinti era solo un giovane di belle speranze, la capacità di sedurre il pubblico femminile era la sua carta vincente. "Ero un bel ragazzo, avevo voglia di indipendenza e scoprii che guadagnare un po' di soldi facendo spot pubblicitari era abbastanza facile - racconta. Fatale che diventasse un sex symbol. "Era la parte che più mi infastidiva... Intanto perché sono gay".
Non che il fatto rendesse imbarazzanti le scene d'amore con l'altro sesso. "Un attore può fare qualunque cosa. Marcello Mastroianni interpretò un omosessuale in 'Una giornata particolare' ...- spiega, - però, essere gay, doverlo tenere nascosto è molto sgradevole. In più, mi rendevo conto che la mia carriera andava avanti solo in base alla mia bellezza esteriore e, come tutti gli esseri umani, avrei preferito essere apprezzato per altre qualità".
Per convincersi a cambiare "mestiere" Occhipinti dovette però attendere l'arrivo di Bo derek e di suo marito John, regista, che cercavano un attore per il film "Bolero". "Io andavo per la maggiore, avevo appena avuto un grande successo con una fiction poliziesca, quei due pazzi arrivarono in Italiae... - dice. - La lavorazione si svolse in un clima esaltato, assurdo. Dopo l’anteprima del film, me ne andai senza nemmeno salutarli e poi non ci siamo mai più visti e né sentiti".
C’è un regista per cui tornerebbe a recitare? "Pedro Almodòvar. Non solo perchè è lui, ma perchè 'Donne sull’orlo di una crisi di nervi' è il primo film che avrei voluto acquistare con Lucky Red. Andai sul set a Madrid, uno dei più divertenti che abbia mai visto, e pensai che mi sarebbe piaciuto farne parte. L’idea di lavorare con Almodòvar è un sogno che mi ronza nella testa da allora".
Fonte: tgcom
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