Cinema

Anita B: il dopo Shoah di Roberto Faenza

Anita B: il dopo Shoah di Roberto Faenza

Anita B è il film più controcorrente di Roberto Faenza. Nel suo ultimo lavoro, il regista parla del dopo Shoah attraverso gli occhi innocenti di una ragazzina sopravvissuta al campo di concentramento.  La pellicola, liberamente ispirata al romanzo di Edith Bruck “Quanta stella c’è nel cielo”, trasforma gradualmente la paura e il dolore della giovane protagonista (interpretata dall’attrice scoperta da Dustin Hoffman, Eline Powell) in occasione di rinascita e di speranza.

Anita, ebrea di origine ungherese, dopo aver perso i genitori e aver vissuto l’orrore di Auschwitz, è accolta a Zvikovez (nei pressi di Praga) da zia Monika e dal marito Aron, dal figlioletto della coppia, e dal fratello di Aron, l’affascinante Eli (Robert Sheehan, attore inglese, idolo delle teenager di tutto il mondo grazie alla serie televisiva “Misfits”). Nella nuova casa è vietato parlare del passato e Anita non può sfogarsi con nessuno, a parte il piccolo Roby che non comprende avendo appena un anno di età. Un tabù che erge un muro di silenzio e di vergogna: un macigno sul cuore della povera fanciulla.
Nemmeno l’amicizia speciale con Eli, che sfocia poi in amore tormentato, appaga il bisogno di libertà e la voglia di riscatto e di serenità di Anita. Sempre più combattiva, entusiasta e forte, la giovane si trova ad affrontare una situazione difficile e inaspettata, instaurando amicizie con diversi personaggi (dall’amico e collega di lavoro David, alla” traghettatrice” verso la Palestina, Sarah). Il finale del film riserva un emozionante colpo di scena.

Anita B è un film delicato e, a tratti, molto commovente. Bravo Faenza a raccontare la storia senza mai spostarsi dallo sguardo e dalla sensibilità della sua protagonista. Rispetto all’opera originale della Bruck, il regista ha modificato alcune situazioni e un paio di personaggi, girando comunque a cuore aperto e rispettando pienamente l’anima del romanzo.

Splendido e originale Moni Ovadia, che veste i panni del vulcanico Zio Jacob, musicista e coscienza critica della comunità ebraica. Nel cast anche Jane Alexander (già in “Prendimi l’anima”, sempre diretto da Faenza), Antonio Cupo (Aron), Nico Mirallegro (David) e Guenda Gori, nota pianista.

L’unica pecca del film è rintracciabile nella parte iniziale, quando la ragazza lascia il campo di concentramento per recarsi, in treno, a casa degli zii. La Powell si mostra troppo bella, in carne e piena di salute per rappresentare, in modo realistico e convincente, una sopravvissuta alla fame e alle torture dei Nazisti.

 

USCITA NELLE SALE ITALIANE: 16 GENNAIO 2014

DURATA: 88'

PRODUZIONE: JEAN VIGO - CINEMA UNDICI con RAI CINEMA