Cesar, il cattivo, è il portiere di un palazzo che proprio non regge i condomini. Sembra servizievole, ma in realtà dietro quel volto sempre tranquillo si cela uno psicopatico che detesta chi è felice. E Clara lo è. Giovane, bella, sempre con il sorriso sulla bocca. Cesar non la sopporta. Così si apposta sotto il suo letto e per cinque settimane, appena lei si addormenta, con del cloroformio la getta in un sonno profondo e poi la violenta. Clara si alza al mattino sempre più stordita, ma nonostante tutto non perde la sua allegria, fin quando un giorno con il suo ragazzo non ha una terribile lite perché…
Horror o thriller? Questo non è il solo dilemma. L’altro –più intenso- è il seguente: rimanere o andarsene. Eh sì, è dura arrivare fino alla fine senza sentirsi un po’ a disagio. Persino scrivere su questo film è un bell’aut aut: Bad Time or Waste Time? That is the question.
Cominciamo col dire che né ci sono vampiri o fantasmi o quant’altro né fa spaventare. Dunque, non è un horror. Cesar lascia del tutto indifferenti, anche se si finisce col parteggiare per lui quando sta per essere scoperto in casa di Clara. Solo in questa scena può essere definito thriller, perché si avverte una certa suspense. Resta il fatto però che quello per cui si fa il tifo è il cattivo e dunque qualcosa non funziona. La pellicola potrebbe per certi versi far ridere: per esempio quando Cesar, con modi cerimoniosi da farlo sembrare più che uno psicopatico un uccello del malaugurio, si dilunga a spiegare alla povera donna anziana -la quale era stata tanto carina da portargli uno sformato- che in buona sostanza è vecchia e morirà sola. Eppoi, però, la scena disgustosa dell’omicidio –perché Cesar alla fine ammazza qualcuno- con il sangue che zampilla come acqua da un rubinetto è davvero inguardabile. In questo caso soltanto potrebbe definirsi horror. Forse. Forse invece è splatter. Poi di nuovo il sorriso, anzi la risatina, quando si pensa a Clara che con il volto coperto di macchie, un malessere non da poco, il lavandino otturato, gli scarafaggi per casa e per giunta violentata ogni notte –però su questo le si concede il beneficio dell’ignoranza- continua a ridere e a dire che va tutto bene. Insomma, Cesar tanto torto non ha a non sopportarla.
E se durante la visione vi ritroverete a guardare l’orologio nell’attesa che l’agognata fine arrivi e Cesar magari ci liberi nei modi che più gli aggradano, sappiate che la conclusione è l’unica cosa interessante del film. Non che valga la pena guardarlo soltanto per questo, ma a rifletterci credo sia notevole questa situazione da scacco matto in cui Clara è posta. Per il resto persino la frase finale è davvero grottesca, come d’altronde l’intera sceneggiatura.
Cinematograficamente è un film ben fatto, ma vuol essere una pellicola d’ingegno. Purtroppo non basta uno psicopatico insipido, una storia inverosimile e le emozioni sotto controllo per essere “ingegnosi”, così come non basta la disapprovazione del grande pubblico per essere “impegnati”. È come se qualcuno dicesse di saper parlare una lingua straniera poiché possiede un traduttore automatico. Ecco la sceneggiatura di Bed Time è quel traduttore automatico. Soltanto raramente ci azzecca.
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Bad time
Titolo originale: Mientras duermes
Regia di Jaume Balagueró
Sceneggiatura di Alberto Marini
Con: Luis Tosar, Marta Etura, Alberto San Juan, Iris Almeida, Carlos Lasarte, Pep Tosar, Petra Martínez, Tony Corvillo
Fotografia: Pablo Rosso
Montaggio: Guillermo de la Cal
Musiche:Lucas Vidal
Spagna 2012
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=EY2cX9Hwb5A