Cinema

A Berlino approda la mafia con il corto italiano "I Giganti"

A Berlino approda la mafia con il corto italiano "I Giganti"

"Siamo nani sulle spalle di giganti". Bastano poche parole a racchiudere il significato di ''I Giganti'', cortometraggio italiano in concorso a Berlino che parla di mafia e omerta'. Parole con cui l'anziana protagonista mette in guardia il nipote quindicenne, incapace di accettare il silenzio che lo circonda in una Reggio desolata e assolata. "La mafia e' un gigante invisibile che non si vede ma si sente, se ne fiutano gli odori e se ne assaporano i sapori nel modo di pensare e di agire della gente...". A soli 27 anni il giovane regista, Fabio Mollo, ha realizzato un corto che sta diventando un caso. Perche' non parla solo di mafia, ma anche di omerta'. Che spesso e' il male peggiore. E lo ha fatto con occhio critico e lo spirito di chi, in quei luoghi, e' nato e vissuto. "La mia sfida e' stata dare forma e consistenza all'invisibile", ha detto il regista. E sembra esserci riuscito: se in molti casi le sorti di un film dipendono dal titolo scelto, allora ''I Giganti'' non poteva che promettere bene, fin dall'inizio. Un titolo che rappresenta anche lo sforzo legato alla scommessa produttiva necessaria per realizzare il film: girato in pochi giorni con la telecamera a spalla dai ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia come saggio per il diploma finale, ha gia' vinto il Premio come miglior cortometraggio italiano al Festival di Torino e ricevuto la menzione dei giornalisti Internazionali al Festival di Clemort Ferrant. Eppure la stampa italiana si e' accorta di questo cortometraggio solo una volta che e' approdato al festival di Berlino, con sale piene e ottime critiche.