Cinema

Bologna celebra il grande Chaplin

Bologna celebra il grande Chaplin

Nel ricordo di un grande maestro del cinema Bologna celebra Charles Chaplin a trent’anni dalla morte, coronando il lavoro che da anni la Cineteca Comunale dedica all’autore, attore, sceneggiatore, nonché compositore della musica dei suoi film: un poeta della cinepresa, ma anche un pericoloso sovversivo costretto a lasciare gli Stati Uniti per sfuggire a censura e giustizia in un periodo in cui l’etichetta «socialista» voleva dire ostracismo e condanne. La Cineteca, dopo il restauro di molti capolavori, da The Kid fino a The King of New York, gli dedicala prima retrospettiva integrale, un convegno di studi e la mostra «Chaplin e l’immagine» con materiale fornito dalla famiglia Chaplin. Fra piazza Maggiore e il Teatro Comunale andranno in scena sette film-concerto, con l’accompagnamento dell’orchestra, compresa l’anteprima mondiale dell’esecuzione della partitura restaurata da Timothy Brock di The Gold Rush (La febbre dell’oro). All’interno della mostra, piccoli gioielli come il «making of» del Grande dittatore realizzato dal fratello del regista, Sidney, una scena di oltre otto minuti poi tagliata al montaggio finale di Luci della città, il film How to make movies del 1918 con un dietro le quinte a cura dei Chaplin Studios e una selezione di filmati casalinghi girati in 8 millimetri in cui Chaplin reinterpreta per i figli le gag dei suoi film. Partenza il primo giugno, si prosegue fino alla fine di ottobre. Uno sguardo da più angolazioni che comprende anche i dossier di rassegna stampa tenuti dai Chaplin Studios. Fin dagli inizi della sua attività Chaplin mise in piedi un efficace ufficio stampa che raccoglieva in voluminosi dossier gli articoli di giornale riguardanti i suoi film. Con gli anni quei registri arrivarono a contenere decine di migliaia di ritagli, raccolti in oltre 120 album. Il rapporto con l’opinione pubblica risentì, specie negli anni del maccartismo, dell’ondata reazionaria che stava investendo l’America, come hanno documentato le pubblicazioni della Cineteca di Bologna attraverso l’archivio cartaceo del cineasta. Di quel particolare clima Chaplin risentì al punto da abbandonare l’America per l’Europa, la Svizzera, lui che dall’Europa era partito a vent’anni in cerca di fortuna per approdare proprio negli Stati Uniti. Era su una nave, nel 1952, quando apprese che il suo visto di rientro negli States gli era stato revocato. Charlot era stato bandito dall’America dove il vagabondo era riuscito a realizzare il sogno di fondare una casa di produzione con cui faceva il cinema che voleva. Le fotografie ci rimandano anche momenti di dramma, come le immagini del set di un suo film distrutto da un incendio: fra i fondali anneriti dalle fiamme, Chaplin contempla la rovina disperato. Fonte: La Stampa