Il filone toy-boy sbarca al cinema. Dopo le strombazzate storie d’amore da rotocalco “lei vecchia-lui giovane” - strada aperta dalla mitica Amanda Lear, seguita dagli yankees Demi Moore e Ashton Kutcher e copiata dai nostrani Golino-Scamarcio - si è pensato (purtroppo) di realizzarne una pellicola. Fabio Tagliavia, regista al suo primo lungometraggio, crea un prodotto definibile con un solo termine: teenager movie.
Il genere, per intenderci, è quello delle storielle alla “Troppo Belli”, con qualche richiamo all’amore impossibile dei vari “Piccolo Grande Amore” (era il 1993 e Raoul Bova faceva il bagnino nel film di Vanzina) e “Favola” con Ambra Angiolini (se non ve lo ricordate, è meglio). Questa è invece la storia del colpo di fulmine tra la 27enne Stefania (Nicoletta Romanoff) e il 15enne Stefano (Federico Costantini), amore nato in palestra e vissuto gioiosamente nonostante le innegabili problematiche. Clichés banali, scene mollicone, personaggi visti e stravisti: madre di lei moderna e amicona, padre di lui cazzaro e immaturo, amichetto di lui sciocchino e sessuomane, le due amiche di lei come il diavolo e acqua santa, una col lecca lecca perennemente in bocca, l’altra seriosa e perennemente allergica.
E loro due? Lei sponsor ufficiale dell’AFPP, Abbigliamento Folle Per Palestra, con completi supertrendy a 4, 5 e 6 strati, assolutamente da nevrosi (quando i due si divanizzano, lui dovrebbe sclerare nel toglierle giacchini, canotte, sovracanotte e sciarpette varie). Lui, quindicenne graffitaro di muri e treni, con l’Ipod fisso alle orecchie, sorprende perché sembra il più centrato di tutti: usa il preservativo, è l’unico che capisce che la storia è un casino, prende la pausa di riflessione.
Un film da aspettare senza patemi nel passaggio TV e da guardare in tre soli casi: A, state vivendo una storia simile; B, siete dei nostalgici di quei film con Nino D’Angelo e ne volete vedere una versione modernizzata; C, siete alla ricerca di una buona ragione per tornare a leggere un libro.
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