E’ noto ai più che Gabrielle Chanel non abbia avuto una vista sentimentale propriamente felice. Stupisce quindi che dopo la bella fiction prodotta l’anno scorso ora si alternano biografie e pellicole per approfondire alcuni capitoli della vita della stilista francese.
«Coco avant Chanel» vorrebbe raccontare l’amore prima del mito, come recita il diligente sottotitolo italiano. Dunque. L’amore non sarebbe quello per la moda e i vestiti, ancora molto lontani, perché mostra la stilista alle prese col cabaret notturno insieme alla sorella e i rammendi diurni.
L’amore ha la duplice presenza del marchese Etienne Balsan prima e dell’inglese Boys dopo. Uomini che in maniera diversa hanno lasciato il segno nella Coco che avrebbe conquistato il mondo con la sua eleganza, ma amori che non hanno avuto il modo di completarsi.
Audry Tautou è sottile e austera come la Chanel che rimandano le fotografie del’epoca. Forse troppo bella, rispetto alla donna che incantava Parigi con uno stile lineare e distinto. Di sicuro possiede il fisique du role per non sfigurare con la sigaretta a penzoloni tra le labbra.
Nonostante questo il film è sconclusionato, perché non si capisce quale sia il tuo scopo ultimo. Non c’è? Benissimo, allora rendiamo il personaggio mitico una donna nomale, diminuendone l’allure.
Nell’attesa di vedere “Coco & Igor”, ovvero la liason tra la stilista e Stravinsky sul grande schermo, sbadigliamo un poco.
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