Cinema

In coma il regista egiziano Youssef Chahine

In coma il regista egiziano Youssef Chahine

Il regista egiziano Youssef Chahine, il piu' celebrato del mondo arabo, e' in coma a seguito di un'emorragia cerebrale. Il cineasta ottantaduenne, ricoverato ieri a Il Cairo, e' stato trasferito questa mattina su un volo speciale all'American Hospital di Neuilly, alla periferia di Parigi. Lo ha riferito Khaled Yussef che con Chanine diresse nel 2007 'Le Chaos'. Sul volo, che ha fatto uno scalo tecnico ad Atene, viaggia anche la nipote Marianne Khoury. Il dottor Mohammed Abdel Daher, dell'ospedale Ash-Shuruq della capitale egiziana, ha definito "gravi" le condizioni del paziente. Chahine si e' conquistato il plauso internazionale come pioniere dell'industria cinematografica egiziana e nel 1997 il Festival di Cannes gli conferi' il premio alla carriera. Sebbene non abbia mai risparmiato critiche alla politica estera non soltanto degli Stati Uniti e del mondo arabo ma anche del suo Paese, il presidente egiziano, Hosni Muberak, ha subito detto che sara' il governo a farsi carico dei costi del ricovero in Francia, in considerazione del contributo di Chahine allo sviluppo del cinema nazionale. Nato ad Alessandria d'Egitto il 25 gennaio del 1926, Chahine firmo' la sua prima regia nel 1950 e fu lui a scoprire e a lanciare Omar Sharif che divenne una stella con "Lawrence d'Arabia" e "Dottor Zivago". In passato accuso' il governo egiziano di avere cessato di finanziare i suoi lavori dopo "Al-Asfur" (L'uccello), un film-cult in cui attribuisce la sconfitta degli arabi nella guerra del 1967 contro Israele alla corruzione delle classi politiche di quel tempo. Formatosi in Francia, si trasferi' in California per studiare drammaturgia. I suoi ricordi felici del soggiorno americano contrastano con la "furia" degli anni successivi contro le politiche di Washington in Medio Oriente, soprattutto dopo gli attentati dell'11 settembre del 2001. "Sono ancora molto affezionato ai miei docenti che sessant'anni fa mi insegnarono a fare cinema", disse in un'intervista rilasciata cinque anni fa all'agenzia France Presse, "In quegli anni mi innamorai... ma adesso sento anche rabbia per le politiche americane". In questi ultimi anni ha rallentato i ritmi di lavoro, ma non si e' attenuato il suo impegno civile: nel 2001 prese parte alle manifestazioni per difendere i diritti dei contadini della capitale contro i tentativi di esproprio del governo. In quei giorni dichiaro': "Il nemico non viene soltanto da fuori ma anche da dentro". Un'affermazione che sintetizza molto della sua opera cinematografica.