Cinema

Complici del silenzio

Complici del silenzio

Se si cambia collocazione geografica, cambia la prospettiva. Il 1978 per l’Italia è l’anno del rapimento e della morte dell’onorevole Aldo Moro e della fine del fenomeno delle Brigate rosse. In Argentina il 1978 è invece l’anno dei Mondiali di calcio, vinti dalla nazione ospitante e dominati da Mario Kempes. Maurizio Gallo e il suo collega Ugo vanno a Buenos Aires per seguire l’evento sportivo per il giornale per il quale lavorano. Il campionato è l’occasione per il governo militare argentino di far cadere nell’ombra le gravissime violazioni dei diritti umani che va perpetrando, i sequestri, le brutali torture e gli omicidi che ogni giorno si consumano. Maurizio, ospite di alcuni parenti emigrati in Argentina, s’innamora di Ana, alla quale ha il compito di recapitare una somma di denaro da parte dell’ex marito italiano. Inconsapevolmente, viene coinvolto in un’intricata vicenda politico-militare che gli farà scoprire più cose di quante ne avrebbe volute sapere. I Complici del Silenzio citati nel titolo, sono tutti coloro che a lungo hanno taciuto sull’orrore consumatosi in Argentina fra il 1976 e l’83: più di 30mila desaparecidos. Persone che sono scomparse, morte, inghiottite nel nulla. Senza che ci fosse troppo clamore. La pellicola può essere spaccata in due, distinta da tensioni emotive diverse: la prima parte è leggera e mostra lo sguardo innamorato del protagonista. Il secondo periodo è un dramma carcerario e insieme la cronaca di ciò che non resta, di una pagina mai scritta sugli 'scomparsi' dimenticati dai loro governi e ignorati dalla patria di accoglienza. La stessa separazione ai più attenti risulta evidente anche dalla locandina del film, che preannuncia le due anime del film. Il film di Stefano Incerti si rivolge a un pubblico chiaramente interessato a certi temi e che ha già una sua idea in testa. Il film infatti non ricerca la complessità o l’ambiguità della realtà ma mostra un unico punto di vista e divide il mondo in buoni, cattivi e cattivi disperati. Non cerca di farvi delle domande ma conferma le idee preconcette e già condivise aggiungendo solo particolari.