Cinema

Documentario-scandalo sull'industria alimentare

Documentario-scandalo sull'industria alimentare

Un boccone amaro difficile da ingoiare, un macigno che pochi riusciranno a digerire. Il documentario "Il nostro pane quotidiano", opera del trentacinquenne regista e produttore austriaco Nikolaus Geyrhalter, è un vero e proprio pugno nello stomaco. Sicuramente tutto ciò che mostra non si vedrà mai in uno spot che reclamizza cibo. Senza commento parlato e utilizzando come colonna sonora i rumori di fondo degli stabilimenti dell’industria alimentare, il film getta uno sguardo, in una sorta di backstage, sul mondo della produzione industriale di alimenti e delle coltivazioni high tech. E’ un viaggio che ci porta dentro i macelli del 2000, luoghi asettici in cui tutti i processi industriali sono efficienti e meccanizzati, ma brutali: animali vivi vengono appesi a ganci, pulcini ancora in vita vengono risucchiati da un macchinario e poi sparati fuori, rimbalzando da un punto all’altro della catena di montaggio come palline da ping pong. Si vedono operai che sembrano automi e serre fuori dal tempo, dove si coltiva frutta e verdura sotto la luce artificiale sia d'estate che d'inverno. Sullo schermo appaiono aerei che spruzzano pesticidi, sorvolando distese di campi. I terreni agricoli sono attraversati da uomini vestiti come astronauti, contadini muniti di maschere antigas irrorano di fitofarmaci quello che noi mangiamo. Lo stile del film è volutamente asciutto e asettico. L’opera si rifà alla tradizione del documentario naturalistico, alcune scene non rappresentano una novità per lo spettatore, ma ciò che conta è l’effetto complessivo: un’ ora e mezzo di racconto agghiacciante. Un solo suggerimento: si consiglia la visione del film lontano dai pasti. Il nostro pane quotidiano ha vinto nel 2005 il premio speciale della giuria al Festival del documentario di Amsterdam. In Italia è stato presentato all’ultima edizione del Festival di Cinema e Filosofia di Procida, curato da Enrico Grezzi. Nel nostro paese il film non ha ancora un produttore. E’ in proiezione fino al 23 febbraio a Milano allo spazio Oberdan. Nikolaus Geyrhalter ha realizzato in precedenza altri lavori destinati a far riflettere gli spettatori come Pripyat, sull'incidente di Cernobyl e Temelin, sulla centrale nucleare in Repubblica Ceca al centro di polemiche a causa degli incidenti che si sono verificati nell'impianto. Il documentario Das jahr nach Dayton (1997) è stato presentato alla Mostra del cinema di Venezia del 1997 (Sezione Officina). Il nostro pane quotidiano (titolo originale:UNSER TÄGLICH BROT ) Milano, Spazio Oberdan viale Vittorio Veneto 2 Mercoledì 21 febbraio ore 17/Venerdì 23 febbraio ore 19. INGRESSO: Biglietto 3/5 euro + cinetessera Info per il pubblico: biglietteria Spazio Oberdan, tel. 02.7740.6300 Fonte: Libero.it