Cinema

Edge Of Tomorrow

Edge Of Tomorrow

Dopo il deludente Oblivion, pasticcio new age fortemente voluto dall’ attore e che la scorsa stagione ha rivaleggiato in bruttezza con After Earth, era lecito non avere aspettative particolarmente alte per l’ ennesima sortita di Tom Cruise verso la fantascienza, genere a cui poco di memorabile Cruise ha dato e da cui altrettanto poco ha ricevuto. Ed invece Edge Of Tomorrow di Doug Liman (The Bourne Identity, Jumper) si è rivelato una piacevole pellicola di intrattenimento con una marcia in più rispetto ad altri film simili il cui unico pretesto è fondamentalmente far sfoggio di effetti speciali sempre più fracassoni e vuoti.

Senza star troppo a scomodare eventuali implicazioni filosofiche sul migliorare se stessi avendo la possibilità di vivere e correggere a ripetizione i medesimi momenti – che pure ci sarebbero state bene ma che probabilmente avrebbero portato il film verso altre direzioni a rischio “polpettone” misticheggiante - Liman mette in scena un fumettone che pesca (non fastidiosamente) a piene mani da quanto già apparso sugli schermi, su tutti replicando/virando in salsa fantascientifica lo schema di Ricomincio Da Capo di Harold Ramis. Là, Bill Murray era un annoiato meteorologo televisivo spedito a forza in un paesino degli U.S.A per un reportage sull’ evento più importante del luogo - il “Giorno della Marmotta” - e costretto a rivivere la giornata all’ infinito, qui Tom Cruise è il maggiore Cage, addetto all’ ufficio stampa dell’ esercito mondiale formatosi con lo scopo di debellare l’ invasione aliena dei Mimic, micidiali e velocissimi “polpi” giganti. Inetto e tutt’ altro che eroico, Cage tenta di schivare la chiamata alle armi ma, dopo un fallito tentativo di corruzione del generale incaricato all’ arruolamento, viene spedito di forza sul campo di battaglia proprio nel D-Day cruciale delle forze armate umane contro gli alieni. Impreparato ed inadatto alla battaglia, prima di morire rimane infettato dal sangue dell’ unico alieno da lui abbattuto. Da quel momento Cage – come Bill Murray -  è costretto a rivivere ogni attimo della giornata, ricominciando da capo -  ad ogni morte sul campo – dal medesimo punto. Dapprima frastornato, non è subito in grado di far fruttare la ripetitività degli eventi ma, a furia di morti cruente, il maggiore elabora ed apprende tattiche di combattimento che lo portano a sopravvivere sempre più a lungo ed a conoscere un’ eroina dell’ esercito che ha vissuto la sua stessa esperienza.

E così, a riprova che anche nel cinema vale il postulato di Lavoisier, dagli esoscheletri del recente Elysium ai marines di Aliens passando - saggiamente con un bel po’ di fascismo in meno ed un bel po’ di ironia in più - per Starship Troopers, Edge Of Tomorrow nulla crea, nulla distrugge ma tutto trasforma. 
Qualcosa di diverso da un fumettone d’altronde forse non avrebbe potuto essere visto che la sceneggiatura di Christopher McQuarrie, prossimamente regista di Cruise nel futuro Mission Impossible 5, oltre ad avere origine dal fumetto giapponese "All You Need Is Kill" di Hiroshi Sakurazaka, porta sullo schermo, sostanzialmente fondendo tre tipi differenti di media, le dinamiche ripetitive tipiche dei videogames. Uno scoglio, quello della noia data dalla reiterata ripetitività, sul quale avrebbe potuto infrangersi il film ed invece il regista, con la complicità di Cruise – divertito e divertente - aggira l’incaglio con fantasia e ottimo ritmo giocando ad aggiungere o sottrarre particolari ad ogni riproposizione del medesimo evento, riuscendo così ad arricchire la visione d’ insieme della vicenda e, soprattutto, mantenendo alta l’ attenzione.