Cinema

Febbre da fieno

Febbre da fieno

«A volte basta un colpo di vento a cambiarci la vita»: la voce che introduce la sequenza iniziale di "Febbre da fieno" si riferisce a quel ponentino romano di “rugantiniana” memoria, quel vento che – dicono – «fa avvicinare gli innamorati timidi, dando loro il coraggio di farsi avanti».
Il giovane Matteo (Andrea Bosca) non riesce a guarire dalle ferite di un amore impossibile. Lavora con Franky (Giulia Michelini), che ha un’inspiegabile cotta per l’attore Jude Law, per il Twinkled, un negozio di modernariato, il trionfo dei mitici anni Sessanta (e Settanta), gestito, tra mille difficoltà, da Stefano (Giuseppe Gandini). Nelle loro vite irrompe Camilla, che porta una ventata di novità, offrendo una seconda opportunità – così come per le rarità che si raccolgono per il negozio, che altrimenti finirebbero nella spazzatura – ma anche nella vita di Matteo, facendolo, in un modo nuovo “ammalare d’amore”. Accade, però, qualcosa d’imprevisto, che tuttavia non vanifica il rincorrere un destino di felicità anche solo per pochi e inattesi momenti romantici trascorsi insieme.
Un’opera prima che «ha avuto la fortuna di essere distribuito dalla Walt Disney, pur mantenendo il suo carattere indipendente», afferma la regista Laura Luchetti, introducendo l’anteprima italiana della pellicola, che si è tenuta a Torino. Un film che ci insegna ad ascoltare sempre il cuore, anche quando il destino ha piani diversi dai nostri; perché molto spesso si può essere così vicini e non riuscire a vedersi, ma si può comunque arrivare a sfiorarsi.
Nelle sale dal 28 gennaio.