Quest'anno la giuria della Festa ha mostrato il lato migliore del suo essere "popolare", composta cioè da appassionati e non da addetti ai lavori. Scegliendo di premiare un film non da cinefili puri e duri, ma di quelli che davvero riconciliano col cinema: facendo commuovere, riflettere, divertire. Parliamo di Juno di Jason Reitman, trionfatore della kermesse, che oggi ha ottenuto il riconoscimento come migliore pellicola tra quelle in concorso (il Marc'Aurelio d'oro), al termine di una cerimonia di premiazione impreziosita dal concerto di Ennio Morricone.
PREMI UFFICIALI. Una scelta avvenuta a furor di popolo, in perfetta sintonia con le preferenze dei frequentatori della Festa. Peccato però che la straordinaria protagonista della storia, la giovanissima attrice canadese Ellen Page (interpreta la ragazza incinta indecisa su cosa fare del suo bambino), non porti a casa il riconoscimento per la migliore interpretazione femminile. Che va, invece, a Jang Wenli, interprete del cinese And the spring comes, diretto da Chang Wei Gu: la storia di una cantante decisa a diventare star della lirica. Tra gli uomini, invece, prevale Rade Serbedzija, per Fugitive pieces di Jeremy Podeswa: la vita di uno scrittore canadese di origine polacca, perseguitato dal passato. Infine, il quarto e ultimo riconoscimento ufficiale, il premio speciale della giuria, che va ad Hafez dell'iraniano Abolfazl Jalili: la parabola su un ragazzo speciale, diviso tra l'amore e i dettami della fede.
ESCLUSI. Tanovic ammette che, per il massimo premio (quello al miglior film) sono stati presi in considerazione anche Reservation road dell'americano Terry George e La giusta distanza di Carlo Mazzacurati. Che però - come l'altro italiano in concorso, L'uomo privato di Emidio Greco - resta a bocca asciutta
Il regista di "Juno" Jason Reitman con la sceneggiatrice Diablo Cody
ALICE NELLA CITTA'. Nella sezione dedicata al pubblico giovanissimo vincono, nella categoria "K12", Canvas di Joseph Greco; nella categoria "Young adult", Meet Mr Daddy di Kwang Su Park. Mentre il premio Unicef intitolato a Paolo Ungari va all'opera letteraria Ragazzi di camorra di Pina Varriale.
PREMI COLLATERALI. Sono quelli assegnati dagli sponsor. Da citare almeno quello Fastweb per la migliore pellicola della patinata sezione Premiere, che va all'amatissimo Into the wild di Sean Penn (con una menzione speciale, definita "Premio del cuore", a Giorni e nuvole di Silvio Soldini); e quello dato dalla La.r.a., la Libera associazione di rappresentanza degli artisti, al miglior attore di casa nostra: a trionfare è Giuseppe Battiston per la sua interpretazione nella Giusta distanza (ma è anche tra gli interpreti di Giorni e nuvole). Ancora, il premio cult al miglior documentario della sezione Extra se l'aggiudica Forbidden lies di Anna Broinowski.
LA CERIMONIA. Preceduta dall'applauditissimo concerto di Ennio Morricone, è stata presentata da Vincenzo Mollica, affiancato da una Martina Colombari dall'aria leggermente annoiata. Ma forse l'unico momento emozionante c'è stato alla proiezione di un video realizzato dal movimento Centoautori: una Lettera agli spettatori italiani, con la presenza di attori (il primo ad apparire nel filmato è Riccardo Scamarcio), registi, tecnici, per ristabilire da verità sui finanziamenti italiani al cinema, vere e proprie briciole rispetto a quelli dati all'industria o all'editoria. E per chiedere che la politica culturale, nel nostro Paese, non vanga fatta solo dalla tv.
Fonte: La Repubblica
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