La 61° edizione del Festival di Cannes comincerà il 14 maggio prossimo. Durante la conferenza stampa ufficiale di qualche giorno fa, il nuovo delegato generale Thierry Fremaux (il quarto nella storia del Festival, ma già ben noto agli addetti ai lavori perché fino allo scorso anno firmava la selezione come direttore artistico) ha sottolineato l'importanza di attuare un rinnovamento ed inserire elementi nuovi alla rassegna francese. Nel concorso ci sarà una sorta di "doppio binario", con mostri sacri come Clint Eastwood, Steven Soderbergh o Wim Wenders che correranno fianco a fianco con cineasti davvero meno noti al grande pubblico, provenienti dalle Filippine, dalla Romania, da Singapore o da Israele. Persino Paesi come l'Italia o la Francia, che di norma sono attesi con pari aspettative da pubblico e critica, allineano questa volta autori come Matteo Garrone e Philippe Garrel, Paolo Sorrentino e Arnaud Deplichin. Il contraltare naturale, in termini di spettacolo e glamour che sono da sempre ingredienti necessari al menu della Croisette, viene soprattutto dall'attesa anteprima del nuovo capitolo delle avventure di Indiana Jones, dalle avventure a cartoni animati di Kung Fu Panda e, si presume, dai film d'apertura e chiusura che in genere viaggiano con star incorporate. Tuttavia, dalla lista dei film selezionati, mancano proprio autori e titoli dati fino a poco tempo fa per certi e capaci di coniugare, in modo naturale, arte e spettacolo, business e qualità autoriale. Tra gli esempi, dalla Francia la beniamina degli spettatori Agnes Jaoui, dall'Inghilterra Michael Winterbottom con il suo melodramma italiano 'Genova', dagli Stati Uniti Kathryn Bigelow, dall'Italia Paolo Virzì il cui 'Tutta la vita davanti' è stato forse penalizzato da un'uscita in sala antecedente il Festival che invece punta a tutte anteprime mondiali. Mai come quest'anno si attende una messe copiosa di novità dal programma parallelo del Marché du Film, ormai spettacolare macchina di anteprime ed affari con un fatturato previsto superiore ai 15 milioni di euro, la tradizionale offerta di più di 500 titoli in nove giorni di proiezioni serrate e la presenza garantita dei compratori e venditori del mondo intero. In questi giorni in Francia il dibattito più appassionato riguarda proprio la decisa polarizzazione della creazione cinematografica che separa arte e mercato, grande macchina di consenso e libera creazione degli autori. Per paradosso i risultati recenti del cinema italiano, tornato beniamino del pubblico, vanno invece in controtendenza ma la nuova Cannes sembra preferire una ricerca artistica senza compromessi e la scelta delle sezioni collaterali, dalla Settimana della critica alla Quinzaine des Realizateurs, sembrano spingere nella stessa direzione.
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