Cinema

Gone Baby Gone, un film che scuote l'anima

Gone Baby Gone, un film che scuote l'anima

Gone Baby Gone esce nelle sale cinematografiche italiane il 4 aprile 2008 e ne ho vista l'anteprima. Il film è bello, ben costruito e crea una tensione che monta col passare del paio d'ore di durata. Trasforma la visione in un problema di coscienza quasi personale e alla fine, quando ormai non si torna più indietro nelle scelte compiute, il film lascia l'amaro in bocca e provoca riflessioni su cui nessuno vorrebbe essere costretto a decidere: qual è il confine tra giusto e sbagliato? Gone Baby Gone tratta del sequestro di una bambina e di come una coppia di giovani detective venga coinvolta nelle ricerche. Ben Affleck ha sceneggiato il film tratto da un libro che lo aveva colpito in modo enorme, Mistic River di Dennis Lehane. In Inghilterra è stato vietato mandarlo nei cinema perché è ancora in corso il processo contro i presunti rapitori della piccola Maddie, rapita a una coppia di professionisti inglesi durante una vacanza in Portogallo. La bimba usata nel film somiglia troppo a quella scomparsa in realtà e per decenza non si è voluto interferire in questioni legali e umanamente troppo dolorose. Resta il fatto che la storia si dipana come un detective thriller in cui una giovane coppia di investigatori viene coinvolta nelle ricerche di una bimbetta, scomparsa da una casa dei quartieri bassi di Boston. La madre è una giovane tossica e racconta di essere uscita per poco tempo e di non aver più ritrovato la figlioletta, ma una vicina di casa chiama le televisioni e assume i due giovani, che abitano nel palazzo vicino e di cui aveva sentito parlare bene, provocando un enorme polverone. Nessuno sembra volere che Patrick, interpretato da Casey Affleck e Angie, una bravissima Michelle Monaghan, facciano alcun passo in avanti ma il fatto di essere dei giovani del quartiere e di conoscere normalmente molta gente, anche poco raccomandabile, permette a loro di scoprire cose che nessun poliziotto sembra in grado di sapere. Purtroppo la faccenda si complicherà proprio quando sembrava conclusa e il finale è assolutamente imprevedibile e sconvolgente, perché costringe a prendere parte emotivamente a quanto accade. Da un certo momento momento in poi non stiamo più assistendo a un film, ma sembra che in qualche modo lo si debba affrontare e assolvere o condannare. Ben Afflec è un attore americano di successo che vinse un Oscarnel 1997 lavorando col fratello Casey e l'amico d'infanzia Matt Damon interpretando Will Hunting - Genio ribelle, di Gus Van Sant. Ben assunse il ruolo di un bidello della scuola che è anche un genio della matematica e questa parte gli farà vincere, oltre all'Oscar, anche un Golden Globe per la miglior sceneggiatura, scritta a quattro mani con Damon. L'anno seguente è nel cast di Shakespeare in Love e inizia il suo periodo dorato. Le sue storie d'amore fanno parlare di lui quasi più dei film che interpreta, inizia a bere un po' troppo e nel 2001 si fa curare in un centro di riabilitazione di Malibù, in California. Rientra nel lavoro e si innamora di Jannifer Lopez, nuocendo gravemente alla sua carriera soprattutto per via di un paio di f pessimi ilm girati assieme. E' il crollo di un giovane mito ma riesce a risollevarsi e si sposa con Jennifer Garner, attrice. Hanno una figlia e un anno dopo Ben interpreta Holliwoodland, di Allen Coulter, nel 2006. Grazie a questa parte vince la Coppa Volpi a Venezia e una nomination al Golden Globe come miglior attore. Ma da tempo sta studiando un copione tratto da un libro di Dennis Lehane, Mistyc River. Lo sta sceneggiando insieme al vecchio amico Aaron Stockard e l'argomento lo coinvolge a tal punto che il produttore, Alan Ladd Jr., accetta senza problemi di affidargliene la regia. Ben Affleck diventa per la prima volta nella sua vita regista di un film da lui sceneggiato e può scegliere gli attori e tante altre cose. Negli Stati Uniti oggi l'attore-sceneggiatore-regista è considerato uno dei più bravi da molte stagioni a questa parte e sembra che l'affermazione sia valida per ognuno dei diversi aspetti della sua carriera. Il punto d'unione è sicuramente un enorme amore per il cinema tout cour, per un mezzo di comunicazione potentissimo e capace di far emergere le contraddizioni della società e del singolo animo umano senza per forza dare giudizi ma provocando riflessioni profonde.