Dall'omonimo libro edito dalla Mondadori, Volfango De Biasi si ispira liberamente al classico shakespeariano "Otello".
IAGO è un’originale variazione della tragedia virata in commedia. Il personaggio di Iago (Nicolas Vaporidis) diventa il vero protagonista di una storia ambientata nella Facoltà di Architettura di Venezia ai nostri giorni. Iago è un laureando di grande talento ma di umili natali, circondato da aristocratici, tra cui spicca Otello, figlio di un architetto di fama mondiale, e amico del Rettore. Sarà proprio Otello, pesantemente raccomandato, a defraudare Iago dei propri meriti di studio e a occupare il suo posto di responsabile nel progetto di allestimento della Biennale. E sarà ancora Otello a portargli via l’oggetto del suo desiderio, Desdemona (Laura Chiatti) , figlia del Rettore, di cui Iago è perdutamente innamorato da tempo. Nella convinzione che la vita sia una commedia di ingiustizie, e che solo chi agisce prima degli altri avrà modo di vincere, Iago scatenerà una lotta senza quartiere intessendo una rete di inganni e menzogne, per recuperare ciò che gli spetta di diritto e conquistare l’amore di Desdemona.
La trasposizione della trama da tragedia in commedia, la freschezza degli attori e lo scenario di Venezia, ne fanno una pellicola senza tempo, a tratti onirica, seppur impegnata negli argomenti centrali della nostra esistenza: ambizione, gelosia e passione.
L'ambizione è figlia di Iago, che cerca il riscatto dalle sue origini umili e pur di ottenere quello a cui faticosamente si sta sacrificando, non esita di ordire trame e tessere geniali tele. E' la dimostrazione che l'istinto di sopravvivenza e l'amore non si fermano di fronte a nulla. Otello soffoca la sua mancanza di talento e l'egocentrismo nella gelosia, a chiare lettere impartisce lezioni su come la scia emotiva non guidata dall'intelligenza porta sovente all'umiliazione.
E poi c'è la passione, Desdemona ne è figlia, conscia della sua bellezza e del suo status cerca la libertà dalla rigida stretta paterna. Combattuta da Iago e Otello, metterà alla prova la sua ambizione ed il desiderio di rivalsa attraverso la rottura delle catene familiari.
Ottimo il lavoro degli attori, in particolare della Chiatti e di Gabriele Lavia nelle vesti del Rettore. Peccato per l'apparizione breve dell'attore Pietro De Silva, il professore asservito alla volontà del rettore, un ruolo che sviluppato ulteriormente avrebbe sicuramente dato un'impronta considerevole alla trama.
Un film interessante perchè decisamente stravolgente è l'idea di base. Uno specchio su quello che viviamo, soprattutto in questo periodo storico, ma che da una differente chiave di lettura.
L'amore si, ma parliamo di passione, quella per cui Luc De Vauvenargues scrisse "Noi dobbiamo forse alle passioni le migliori conquiste della mente"
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