Cinema

“Il cinema non si ferma”: Mimmo Chianese ci parla del primo film in teleconferenza di RaiCinema

Mimmo Chianese
Mimmo Chianese

Il cinema nonostante il virus: Teatro.it ne parla con Mimmo Chianese, uno dei protagonisti del film-mosaico realizzato durante la quarantena per il Covid-19, i cui proventi saranno devoluti alla Protezione Civile.

Alla faccia del virus. Un gruppo di attori italiani ha approfittato del lungo periodo di confinamento tra le mura domestiche per realizzare Il Cinema non si ferma, un film-mosaico che è stato acquistato da Rai Cinema e che una notizia dell'ultima ora vuole presente in anteprima nazionale all’Ischia Film Festival, rassegna che apre oggi, sabato 27 giugno, e che si concluderà il 4 luglio. 

Uno dei protagonisti è l’attore genovese (ma ormai milanese di adozione) Mimmo Chianese, che ha realizzato a casa sua uno dei sette episodi e ha parlato con Teatro.it di questa iniziativa.
 

In che modo è stato coinvolto in quest’avventura?
Ero a Milano per le prove del musical Dirty Dancing e avevo terminato da poco la tournée teatrale de L'Attimo fuggente con Ettore Bassi e i ragazzi della Scuola del Teatro Musicale di Novara. Così, quando ho saputo che il regista Marco Serafini, col quale avevo già lavorato nel Commissario Rex, avrebbe diretto docufilm sul Covid 19 Il cinema non si ferma, mi sono messo a disposizione gratuitamente.
Nel gruppo c’erano attori bravi e importanti come Alessandro Haber, Remo Girone, Massimo Dapporto, Nicolas Vaporidis, Kaspar Capparoni, Karin Proia, Maria Grazia Cucinotta, Augusto Zucchi, Paola Lavini, Giorgio Tirabassi e molti altri. Il produttore Ruggero De Virgiliis mi ha chiesto di collaborare non solo come attore ma anche come organizzatore della location, all'interno del condominio di Milano in cui mi trovavo bloccato. Così io e mia moglie Enrica Ghersi abbiamo studiato le battute impersonando dei vicini intolleranti con una nuova condomina, vittima del clima di sospetto innescato dalla paura del virus.
La storia è semplice. Alessandra (l'attrice Jane Alexander) ha deciso di prendere un cane. Non perché ami gli animali, in realtà li detesta, ma solo perché le serviva una scusa per uscire di casa qualche volta in più, durante la giornata. Il suo dramma inizia con una conversazione ascoltata per caso. I suoi vicini si lamentano del fatto che, grazie al cane, quel giorno è uscita di casa per ben quattro volte.


Interessante. Ma sul lato pratico? Come avete trasformato casa vostra in un set?
Non è stato poi così difficile, grazie anche al lavoro di un pool di sceneggiatori tra i migliori in Italia, capitanati da Stefano Piani. L’idea era quella di raccontare la vita della famiglie italiane, in questo difficile periodo, usando i mezzi presenti in casa. Sul pianerottolo del condominio abbiamo creato il set riprendendo le scene con uno smartphone dotato di una applicazione già sperimentata per riprese cinematografiche. La luce delle scale è stata aumentata con una quarzina da salotto, sistemato cavalletti per le riprese, cavi elettrici, ciak, coinvolto alcuni condomini: Alice, una ragazza, come suggeritrice, Michele, un pensionato come operatore.
A mio figlio Filippo, tecnico audio e video, ho assegnato il compito di effettuare i collegamenti internet e di registrare l'audio con un microfono nascosto sul montante delle scale, nel caso servisse per la post-produzione. La costumista ci ha consigliato quali vestiti indossare e noi siamo ricorsi alla sartoria del nostro teatro (Il Piccolo Teatro di Campopisano, a Genova, ndr).

Enrica Ghersi


E gli altri aspetti tecnici?
Le riprese sono iniziate il 2 aprile, in pieno lockdown. Le scene sono state girate con la supervisione via Skype da Roma del direttore della fotografia Daniele Muscolo e seguendo le indicazioni date del regista Marco Serafini dalla sua postazione di Monaco di Baviera sulla scelta dei campi di ripresa con l'immediata verifica via whatsapp.
La protagonista dell'episodio ha girato le scene a Roma, all'ultimo piano di un palazzo simile al nostro; Il tutto poi montato, con le sequenze riprese nel condominio dell'hinterland milanese, a 600 km dalla Capitale. Abbiamo, insomma rispettato, pur nella finzione filmica, le cosiddette unità aristoteliche di tempo, luogo e azione, e soprattutto ci auguriamo di aver contribuito alla riuscita di questa produzione filmica che è stata da poco acquistata da Rai Cinema.

Di solito realizzare un film costa molto
Non questa volta. Il film è a scopo benefico: i proventi raccolti saranno devoluti alla Protezione Civile. Volevamo soprattutto dimostrare una cosa: l’emergenza Coronavirus  ha bloccato le produzioni in corso, ma le maestranze e i professionisti del mondo del cinema non si sono fermate.

La troupe dell'episodio "Effetto Lucifero"

Visto con gli occhi della Produzione

La nostra è una commedia che, usando come spunto il potenziale tragicomico e surreale della situazione imposta dall'emergenza sanitaria mondiale, racconta in modo divertente che la vita continua - afferma Ruggero De Virgiliis - Quando ci siamo ritrovati in quarantena, con i set e le produzioni chiuse, ho pensato che noi gente del cinema dovessimo reagire, e che avremmo dovuto farlo a modo nostro: facendo un film. Così è nata l’idea di trasformare le nuove regole di vita in un modo diverso di pensare e realizzare un film. Tutti i partecipanti contribuiscono in modo assolutamente gratuito, mettendo a disposizione le proprie competenze e professionalità a scopo benefico. Quattro settimane di riprese, 7 episodi di genere comedy, un unico filo conduttore: sprazzi di vita quotidiana in tempi di Coronavirus”.

Abbiamo subito sposato la causa – dicono i produttori  Marco Perotti e Daniele Fioretti - affascinati sia dalla sfida tecnologica nella realizzazione del progetto, sia da quella di riuscire a trasformare i diritti cinematografici in donazioni a favore di tutti coloro che oggi rischiano la propria vita per salvare la nostra. Abbiamo così deciso di apportare innovazione nel settore introducendo strumenti di Project e Program Management e la tecnologia Blockchain per la cessione delle licenze a fronte di una donazione pari al prezzo del diritto fatta direttamente alla Protezione Civile”.