Inquinamento, decadenza urbana e sociale, città claustrofobiche, pianeta invivibile. Interessante da vedere - o rivedere - proprio durante le giornate dell' Expo, torna al cinema il futuro distopico, ma ormai non più così fantascientifico, immaginato da Ridley Scott.
Torna in sala, ma solo per due giorni, una delle pellicole che, con la sua visione decadente del futuro, più di ogni altro ha segnato e influenzato tutta la fantascienza ancora di là da venire: Blade Runner di Ridley Scott ha 33 anni, ma non li dimostra. La storia di Rick Deckard e della sua caccia ai replicanti in una Los Angeles del 2019 caratterizzata dalla decadenza urbana e sociale, tratta molto liberamente dal romanzo di Philip K. Dick Do Androids Dream of Electric Sheep?, merita davvero una continua ed assidua riproposizione, non fosse altro per mostrare alle nuove generazioni quanto l’ estetica (ma non solo quella) del genere fantascientifico moderno sia in debito con il capolavoro di Ridley Scott.
Che capolavoro fu per pochi visto che, nel 1982, al botteghino il pubblico affossò il cupo futuro distopico in cui si aggira Harrison Ford, preferendogli il solare e fanciullesco E.T. spielberghiano…
Ma il tempo, si sa, è galantuomo e grazie anche alle numerose riedizioni cinematografiche e video Blade Runner ha, giustamente, acquisito la visibilità ma soprattutto l’importanza che gli è sempre stata propria. Di riedizioni, Blade Runner ne ha infatti avute ben tre (quattro, se vogliamo includere anche la copia-lavoro mai proiettata nelle sale, ma presente nel cofanetto a 5 dvd uscito qualche anno fa): la prima fu quella canonica, l’ uscita ufficiale del 1982, con la voce fuori campo di Harrison Ford a far da narratore ed il finale “consolatorio” su scene scartate da Shining di Stanley Kubrick. Quella che, per intenderci, venne battuta al botteghino da E.T… La seconda, denominata Director’s Cut, uscita in poche sale americane all’ inizio degli anni ’90, prima senza e poi con l’ autorizzazione di Ridley Scott, era quella dove sparivano sia la voce off che il finale da “..e vissero felici e contenti”, ma nuovi elementi venivano inseriti, poche inquadrature ma talmente importanti dal cambiare completamente il senso della pellicola. Infine, la versione definitiva, quella del 2007 chiamata Final Cut per la quale, oltre al lavoro di rimasterizzazione e di miglioramento degli effetti speciali, Scott ebbe finalmente piena libertà artistica di apportare modifiche estetiche e di montaggio. Ed è questa la versione che The Space Cinema proietterà per due soli giorni (6 e 7 maggio) in esclusiva.