Un banale malvivente di nome Max (JOSH HOLLOWAY) sta cercando con tutte le sue forze di comportarsi in modo onesto, dopo un’esistenza passata a sfidare la legge. Ma tutti i suoi sforzi vengono vanificati quando la banca rifiuta di concedergli il prestito che gli avrebbe permesso di iniziare una nuova vita, assieme alla sua fidanzata Roxanne (SARAH WAYNE CALLIES). Poco dopo Max riceve una telefonata da parte di un suo vecchio amico, un ex-carcerato di nome Sidney, che gli offre un ultimo, facile lavoro.
Si tratta di rapire un membro di una facoltosa famiglia, più precisamente un bambino, David (BLAKE WOODRUFF), per poi chiedere il riscatto alla famiglia. Max è tentato all’idea di guadagnare un po’ di soldi facili. Il denaro gli permetterebbe di realizzare il sogno della sua vita: aprire un ristorante. Certo è rischioso, ma in fondo, che problemi potrebbe mai causare un ragazzino di dieci anni? Durante l’attesa del riscatto, però, accadono cose strane e sinistre al gruppo di rapitori, e Max capisce che David non è il bambino innocente che gli era sembrato in un primo momento. . .
Tutti gli elementi horror sono stati chiamati in causa: i lupi, il bambino dallo sguardo inquietante, una baita innevata buia e desolata, la musica sinistra. Tutto questo però è miscelato nel solito modo, e, salvo qualche sequenza tachicardica, non lascia i brividi lungo la schiena. Colpa forse delle panoramiche copiate a "Shinin'" (e non solo quelle), aggiungendo anche i microfoni di scena che fanno capolino in più di un'occasione, la suspence si perde con molta facilità. Il piccolo Blake è molto bravo ed inquietante, indisponente quanto basta per addossargli l'appellativo di demonio in miniatura, ma non basta per poter superare i suoi predecessori o fare di questo film un thriller di vera tensione psicologica. Peccato che per Holloway hanno previsto un ruolo alla maniera di "Lost". Meritava e poteva fare di più.
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