Cinema

Iron Man

Iron Man

Dai fumetti della Marvel agli schermi di Hollywood passando per Paranoid dei Black Sabbath, quella di Iron Man è la classica storia di un supereore rispolverato e ammodernato per l'occasione. Quello di John Favreau è un film (Iron Man, 2008) senza grandi pretese, pieno dei cliche tipici del genere. Sotto l'armatura si cela un uomo straricco, pieno di vizi ('alcool e donne ovviamente) ma anche ingegnere senza eguali nella progettazione e nella realizzazione di armi dall'immenso potenziale distruttivo. Tony Stak (buona prova di Robert Downey) ha in sé tutte le qualità dell'uomo d'eccezione ma anche quelle dell'uomo medio. Rapito da un gruppo di terroristi sfugge alla prigionia forgiando con maestria vulcanica un'armatura super corazzata, armata fino all'inverosimile, ma soprattutto rendento dal sacrificio di un armeno che gli fa riscoprire i veri valori della vita. Tra gli altri, darci dentro con la filantropia e smetterla col trarre profitti sporchi dalla guerra. Di qui il suo percorso "spirituale" verso la redenzione, non senza colpi di scena, serpi in seno e combattimenti in cielo, in terra e in ogni luogo, spettacolari, avveniristici, non sempre convincenti ma sempre impressionanti. Scoprirà di avere una donna al suo fianco proprio dove era sempre stata senza riuscire a vederla, delle responsabilità verso gli altri e verso se stesso. In fine è lui Iron Man. Il plot è prevedibile e poco convincente: soliti cliche e piroette logiche inspiegabili. Ma si sa, quando ci si appresta a vedere film come questo si deve spegnere un attimino in cervello e lasciare che le cose siano. E non sono convinto che sia sempre e comunque un male. Due stellette alla simpatia.