Innovatore. Rivoluzionario. Visionario. Questo è lo Steve Jobs raccontato nel film indipendente diretto dal regista Joshua Michael Stern, il cui protagonista è Ashton Kutcher. La vita del fondatore della Apple vista attraverso il suo genio, il suo lavoro e coloro che con lui hanno lottato – o lo hanno tradito – ma soprattutto la sete di conoscenza e il rapporto con i propri demoni interiori.
Un colpo da maestro l’incipit del film che vede comparire sullo schermo Steve Jobs nel 2001, quando davanti ai dipendenti della Apple presenta l’innovativo i-Pod; e comincia un flashback che lo riporta nella Valley, outsider universitario, che un pomeriggio ha una folgorazione di come cambierà il futuro mentre è sdraiato in un campo… E poi arrivano Apple 2, Mackintosh, Mike Markkula (stupenda prova d’attore per Dermot Mulroney, n.d.r.), il “signor Coca-Cola”, John Sculley (Matthew Modine, un po’ sottotono, n.d.r.).
L’aspetto interessante, ma forse più controverso di questa pellicola, è il racconto non di una società che cambia, ma di un visionario che, con i suoi difetti, sa di poter cambiare le cose, anche arrivando a essere il peggior nemico di se stesso e, perciò, rinunciando anche agli affetti (una compagna e una figlia, non da subito accettata, n.d.r.) e agli amici di una vita (interpretati da Josh Gad e Lukas Haas).
Tanto che personalmente verrebbe da chiedersi, guardando Jobs e Wozniak spendere giorni e nottate su prototipi di schede-madre: ma non potevano godersi una vita tranquilla e semplicemente mangiarsele, le mele?
Al cinema dal 14 novembre.
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