“Juno”, opera seconda del regista Jason Reitman (“Thank you for smoking", 2005) è uno di quei film insoliti, ma azzeccati. E’ la storia di una giovane di 16 anni, Juno MacGuff, che resta incinta dopo aver vissuto la sua prima esperienza sessuale con quello che si potrebbe definire il suo “amico del cuore (neanche troppo consenziente, a ben guardare, n.d.r.). Fin dall’inizio ha le idee chiare: non è assolutamente pronta per crescere un figlio, pensa anche di abortire, ma alla fine decide di portare a termine la gravidanza, darlo alla luce e affidarlo alle cure di una giovane coppia senza figli che sappia voler bene a questo bambino. Il tutto sembra fattibile, fino a quando Mark, il futuro padre adottivo, non si rivela il classico over 30, “bambino cresciuto”, intrappolato in un rapporto che lo opprime, insoddisfatto professionalmente e pieno di frustrazioni. Ma la voglia di maternità di sua moglie Vanessa è più forte, quindi il bambino di Juno riceverà comunque l’amore di cui ha bisogno.
E anche Juno, alla fine, troverà l’amore, rendendosi ben conto di averlo avuto sempre davanti agli occhi. Un messaggio molto positivo, che si può tradurre in una frase del film: “Ci si può innamorare anche dopo avere fatto sesso”. A tutto ciò si aggiunga anche una coppia di genitori (un padre e una matrigna), sbalorditi dalla notizia di avere una figlia sedicenne incinta, ma comunque comprensivi e di vedute molto larghe…un sollievo per qualsiasi adolescente, direi!
I temi del film sono trattati in maniera non troppo seria o scabrosa, ma rifletterci sopra viene comunque del tutto naturale. Gradevole la colonna sonora.
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