L' attore, che raggiunse la notorietà interpretando il vulcaniano Mr. Spock nella serie televisiva "Star Trek", è morto a 83 anni.
Per tutti, anche per chi non ha mai amato particolarmente la fantascienza o Star Trek, Mr. Spock è stato e rimarrà una figura comunque inconfondibile: caschetto di capelli neri, viso impenetrabile ad ogni emozione e soprattutto orecchie a punta ne hanno fatto un personaggio talmente magnetico da entrare nell' immaginario pop, in grado di travalicare il confine televisivo ed arrivare intatto sino ai nostri giorni. Caratterizzazione così suggestiva da far risultare difficile immaginare l' attore Leonard Nimoy - scomparso venerdì mattina a Los Angeles all' età di 83 anni per complicazioni polmonari - senza il trucco che lo fece conoscere come l' impassibile vulcaniano capitano in seconda dell' astronave Enterprise.
Ma la carriera di Nimoy non fu soltanto Mr. Spock, personaggio con cui ebbe comunque un rapporto abbastanza contrastato (bastino quale esempio i titoli dei due libri autobiografici da lui scritti: Io non sono Spock del 1975 e Io sono Spock del 1995): la sua carriera pre-Star Trek include più di cinquanta apparizioni fra film e telefilm, mentre dal 1970 in poi fu regista televisivo, teatrale e cinematografico (oltre a due pellicole della serie Star Trek - Alla Ricerca Di Spock e Rotta Verso La Terra - nel 1987 diresse Tre scapoli e un bebè, remake di successo del film francese Tre Scapoli e una bimba), produttore, doppiatore, affermato fotografo e persino cantante.
L'utima apparizione di Leonard Nimoy/Spock, commiato finale del personaggio e dell' attore ai propri fans, fu nel 2013 in Star Trek - Into Darkness, secondo capitolo del "rilancio" cinematografico di Star Trek ad opera di J.J. Abrams.