Dietro un giovane e inesperto imperatore si nasconde un abile e spietato primo ministro, Cao Cao, che spinge per fare la guerra ai regni dell sud. Sedare la ribellione di quei regni, restii ad inchinarsi alla logica imperialistica di Cao Cao, è solo un pretesto.
Il primo ministro (Zhang Fengyi) infatti desidera la bella moglie di Zou Yu (Tony Leung), comandante delle truppe dei regni del sud. Per contrastare l'invincibile armata di Cao Cao un'alleanza tra i regni è inevitabile. Tattiche militari si confrontano, gli analisti della guerra esaminano tracce, muovono ipotesi, decidono strategie.
Alla forza bruta delle truppe mercenarie dell'imperatore si contrappone l'intelligenza tattica, la capacità di sentire la natura, di prevederne i mutamenti al fine di controllare gli eventi. E' questo che fa Zhuge Liang (Takeshi Kaneshiro) ed è in questa capacità che risiede l'esito dello scontro.
John Woo dirige egregiamente un film epico, probabilmente il suo capolavoro, dalla trama presa in prestito da un classico della letteratura cinese (Il romanzo dei tre regni di Luo Guanzhong, XIV secolo). Gli elementi per fare un film di ottima fattura ci sono tutti: un badget enorme (pare che sia il più grande della storia della cinematografia cinese), una storia tutt'ora conosciuta alla maggior parte delle popolazioni asiatiche, ottimo cast e la regia di uno come Woo.
200 navi incendiate, il cielo coperto sovente da una fitta pioggia di frecce, battaglie campali dove emergono le abilità di super esperti dell'arte del combattimento, migliaia di comparse e trovate sceniche di tutto effetto (come l'astuto ratto delle frecce, notevole).
Scenari da guerra di forte impatto. Ma la guerra è un male necessario. L'eroe dei campi di battaglia è lo stesso che in realtà preferisce i diletti della musica, delle cerimonie, di una vita vissuta in tempo di pace. Al tempo stesso si esaltano le grandi gesta di uomini senza tempo ma si condanna l'ottusità, la brama di potere di uomini senza scrupoli pronti alla guerra per pura avidità.
La fotografia fa recitare perfettamente alle atmosfere il gioco delle parti; le tinte cupe del campo di battaglia per preservare la bellezza incantata delle verdi lande del sud. Tra le musiche, tipiche del genere di fiati e tamburi e ritmi incalzanti, spicca un bel duo di strumenti a corda dove Kaneshiro e Leung dialogano, con somma eleganza e perizia, con sonorità di singolare fascino trasversale: un suono antico dalle distorsioni rock.
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