L’opera riesce a dare un’emozione indescrivibile, che si rinnova di volta in volta e coinvolge lo spettatore. Perché la lirica avvolge e abbraccia, perché è racconto, recitazione, canto e musica.
Toglierla dal suo contesto naturale, il teatro, potrebbe sembrare una follia per il rischio di vederne diminuita la magia, ma delle volte nell’arte, come nella vita, vale la pena rischiare.
I tentativi di portare queste emozioni sul grande schermo non sempre si è rivelato la scelta migliore. Quel che è fatto per essere interpretato dal vivo sul palco, mal si adatta al cinema. L’ultimo esempio che ricordiamo è “Il flauto magico” di Kenneth Branagh. L’idea bizzarra era tradurre il libretto tedesco in inglese, trasportando Mozart nelle trincee della prima guerra mondiale.
Diverso, invece, quando registi come Warner Herzog o Franco Zeffirelli si cimentano nella realizzazione teatrale.
Comunque Robert Dornhelm l’ha realizzato una bellissima trasposizione cinematografica de “La Bohème”. La base musicale composta da Giacomo Puccini è stata preregistrata nel 2007 nel corso di un’esecuzione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Monaco. Mentre i cantanti interpretano dal vivo tutte le parti del film. Anna Netrebko e Rolando Villazón si destreggiano al meglio.
Che la struttura sia adatta a un teatro, con i suoi rituali, gli atti e il guardaroba si capisce dalla struttura della sceneggiatura (per fortuna abbastanza fedele all’originale). Basti vedere l’agonia finale di Mimì.
La particolarità de “La Bohème” è che avrà una distribuzione nelle sale inusuale: sarà infatti proiettata, dal 6 aprile in poi, in alcune città per un solo giorno. Si vuole cioè applicare al film la cadenza di una serata a teatro.
Difficile prevedere il successo dell’ambiziosi progetto, ma soprattutto se coinvolgerà anche semplici spettatori, oltre ai classici melomani – che rischiano la delusione.
Per conoscere le date delle proiezioni: https://www.laboheme.classica.tv/index.php?sezione=proiezioni
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