Cinema

La compiutezza dell'incompiuto nel festival IL VENTO DEL CINEMA

La compiutezza dell'incompiuto nel festival IL VENTO DEL CINEMA

Si è conclusa lunedì 28 settembre la settima edizione del festival IL VENTO DEL CINEMA, ideato e diretto da Enrico Ghezzi (nella foto). “L’Incompiuto Cinema”, questo il tema che, per il secondo anno, ha guidato la scelta di Ghezzi che per quattro giorni ha accompagnato il programma ricco di proiezioni e di “jam sessions”, ovvero scambi di riflessioni e considerazioni sul cinema e sui film visionati tra cineasti venuti a presentare la loro cinematografia, addetti ai lavori, giornalisti e pubblico comune. Primo ospite della manifestazione il regista cileno Raùl Ruiz, la cui cinematografia ricca di scene sospese tra reale ed immaginifico, sempre ai limiti del fantastico, è sicuramente espressione calzante di un certo modo di intendere la settima arte, la cui compiutezza è messa in continua discussione “È un luogo comune definire un film completo -ha dichiarato il cineasta in occasione della jam session che l’ha visto protagonista- Il film non è mai completo. Tutto il girato, espressione vera delle intenzioni del regista, viene mutilato dal lavoro del montatore. A volte si intende ridurre la durata eccessiva di un film accorciandolo, compiendo un orrore simile a quello di far dimagrire un obeso mutilandogli un braccio”. Al festival, oltre ad un’interessante retrospettiva, è stato possibile assistere alla proiezione della produzione più recente di Ruiz quale il film “LA MAISON NUCINGEN”, da lui stesso definito un b-movie , per tecnica e scelta attoriale, incentrato sulla surreale storia di una coppia francese assorbita dall’atmosfera metafisica e superstiziosa di una fazenda cilena di cui sono diventati proprietari. La presenza di Ruiz è stata anche l’occasione per applaudire il divertente e graffiante “SECRETOS” film di Valeria Sarmento, moglie e collaboratrice di Ruiz, che scandaglia sulla perdita dei valori della contemporanea società cilena, con lo stile che ci ha ricordato la migliore stagione della Commedia all’Italiana. Sabato 26 ha avuto luogo un evento di grande suggestione con la proiezione sulla nave Casamicciola, attraccata al porto di Procida, di “EL ESPÍRITU DE LA COLMENA” (“Lo Spirito dell’Alveare”), film del 1973 del regista spagnolo Victor Erice, altro ospite di rilievo della manifestazione. Autore di soli tre lungometraggi, Erice è senz’altro una delle più importanti personalità artistiche del cinema iberico, la cui seppur breve produzione risulta di rara densità e completezza, tanto che egli stesso, durante la jam session, ha dichiarato: “Ogni mio film per me rappresenta il compendio di tutti i film che vorrei fare”. Erice, inoltre, è tra i registi che il suo giovane collega connazionale Alberto Morais ha intervistato nel film inchiesta “UN LUGAR EN EL CINE” del 2007. Il film è un interessantissimo documento che prende in considerazione tre registi europei quali, appunto, Erice, Theo Angelopoulos, ed il nostro Pierpaolo Pasolini, testimoni di un cinema ideologico, che per stile e contenuti è diretto erede della straordinaria stagione del neorealismo nato con “ROMA CITTÀ APERTA” di Roberto Rossellini. Proprio a Rossellini sarà, inoltre, dedicata la prossima fatica di Erice, il quale, nella stessa Procida, sta girando un reportage dedicato al film “VIAGGIO IN ITALIA” del nostro grande regista. Oltre ai registi citati, sono stati protagonisti di retrospettive e jam session anche Silvia Maglioni, Graeme Thomson, Graziano Staino, Luigi Di Gianni, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, nonché il professor Marino Niola con un interessante intervento dal titolo “IL TEATRO DEI RE”. Un cenno a parte merita, inoltre, lo speciale che Georges Bromberg e Ruxandra Medrea hanno dedicato ad un grande incompiuto della storia del cinema, “L’ENFER”, che il regista Georges Clouzot ha girato per mesi con Romy Schneider e Serge Reggiani, e che, a causa delle complessità tecniche e dell’eccessivo perdurare delle riprese, non è riuscito a completare. Un interessante montaggio di girati, prove, provini e testimonianze, fanno sì che l’opera di Bromberg e Medrea sia il sunto ideale di quanto recita il tema “Incompiuto Cinema”. Un tema che, nelle intenzione di Ghezzi e del suo staff, sarà riproposto anche per la prossima edizione, l’ottava, che, nonostante le difficoltà economiche, le instabilità politiche e i ristretti tempi organizzativi, sarà sicuramente un’ulteriore prova della possibilità di celebrare il cinema attraverso prodotti artistici genuini, fuori dalle logiche distributive, in cui contenuti e spettacolarità riescono a convivere in un festival che riesce ad interessare il pubblico senza ricorrere a divi o tappeti rossi.