Cinema

La La Land - Molto rumore per (quasi) nulla?

La La Land
La La Land

Film di "cuore" o furba rifrittura di tanti anni di musical cinematografici? Dopo "Whiplash", il regista Damien Chazelle fa ballare Ryan Gosling ed Emma Stone in una pellicola la cui fama sta superando il reale valore del film stesso.

Le donne odiavano il jazz: “Non si capisce il motivo”. Già nel 1984 Paolo Conte aveva capito tutto e ci aveva fatto una canzone. Ora ci è arrivato anche il regista Damien Chazelle ed ecco spuntare La La Land. Dopo aver già affrontato il tema con il ben migliore Whiplash, il regista torna sul luogo del delitto usando toni completamente differenti pur adducendo lo stesso pretesto: il jazz. Ma se in Whiplash il jazz era il mezzo per portare sullo schermo l’ossessione tutta americana del dover vincere ad ogni costo, lacrime e sangue compresi, in La La Land la musica cambia pur rimanendo fondamentalmente la stessa: ancora il jazz, sì, ma come punto di scontro, poi di incontro, di confronto e di resa della coppia formata dal pianista Sebastian (Ryan Gosling) e dall’aspirante attrice Mia (Emma Stone). Che, come in ogni commedia romantica che si rispetti, prima si incrociano per caso, poi si incontrano, si piacciono, si punzecchiano, ed alla fine…musical!

...e poi qualcuno applaudira! Clip Clap!

Arrivato nelle sale dopo aver rastrellato un po’ ovunque nomination, premi e riconoscimenti, La La Land è tutto fuorchè quell'esperienza “mistico-trascendentale” che molta critica e gran parte del pubblico pretenderebbe di aver vissuto durante la visione del film. Condensando (ma nemmeno tanto, visto che dura 126 minuti) temi e clichè “rosa” già visti, il tutto legato da balletti romantici e canzoni ad effetto, ha gioco facile presso il pubblico, forse felice di (ri)trovare nella sala cinematografica le atmosfere che hanno ormai reso il genere “musical” una garanzia di successo - a volte immeritato - nei teatri. Di fatto, la pellicola di Chazelle pesca in un passato cinematografico che è poi effettivamente (ri)conosciuto più dai cinefili (che troveranno divertente – o irritante - riconoscere i fin troppo invadenti richiami ad un passato ben più glorioso), che non dal pubblico cosiddetto “generalista”, il quale probabilmente si entusiasmerà per certe situazioni musicali prese per nuove e che invece arrivano da molto lontano.

Questo è il momento del musical!

Se a livello tematico (quanto si è disposti a cedere dei propri sogni e della propria felicità per l'amore, e viceversa?) La La Land è accostabile a Cafè Society di Woody Allen (e comunque anche qui nulla di nuovo sotto al sole, il tema – vecchio come il mondo - è spesso una costante del regista newyorkese, e non solo sua), a livello superficiale “l’operazione” potrebbe essere paragonabile ad un’altra pellicola che, a suo tempo, raccolse favori, onori e premi quasi quanto il film di Chazelle, ovvero The Artist. Come il film di Michel Hazanavicius, La La Land lascia quella sensazione di aver assistito ad un "esperimento" in equilibrio fra l' esercizio di stile e l'omaggio più o meno sincero. E se il termine “operazione” può sembrare cinico o più adatto ad altro soggetto che non ad un film apparentemente “di cuore” come La La Land, ne riparleremo quando, lasciate le sale, il musical live ( perché arriverà, oh, se arriverà!) andrà a battere cassa nei teatri di mezzo mondo.
 

Perchè vederlo? 
Gosling e la Stone fanno una bella coppia e la pellicola, tenendo comunque sempre presente quanto sopra, non si può dire che sia mal girata o che non abbia un ritmo personale.

Perchè non vederlo? 
Il tasso di romanticismo raggiunge picchi glicemici pericolosamente alti alla ricerca della facile commozione. A parte questo, molti motivi per non vederlo sono elencati sopra (ma ne mancherebbero...). Basta scegliere il preferito.