Due speleologi, Pedro ed Esteban, vengono ingaggiati dal sindaco di un piccolo paese per calarsi in una grotta scoperta per caso e per verificarne l’interesse scientifico. All’esterno li aspetta Gabi, la moglie di Esteban, che Gabi è aggredita da un maniaco. Comincia così un’implacabile caccia all’uomo, la voglia di vendetta e la lenta discesa nei meandri delle proprie coscienze. La trama del film è scomposta in sei diversi capitoli, ognuno indipendente ma essenziale per seguire la storia.
Questa scelta di struttura narrativa in sei sottoinsiemi guida lo spettatore attraverso sei protagonisti distinti, che si ricongiungono nel corpo essenziale della sceneggiatura.
Il regista spagnolo Jorge Sánchez – Cabezudo debutta alla regia con un noir in cui il rapporto tra il bene e il male non si manifesta attraverso il fascino brutale dell’oscurità, ma nel lento affondare nella penombra. Sono funzionali al racconto il mestiere dei due protagonisti e la loro discesa in grotta, invenzione metaforica che avvia un’indagine sulla debolezza degli uomini, risucchiati agli inferi, senza possibilità di salvezza.
Il fine ultimo della storia è comunque la non punibilità delle azioni negative, la corruzione e il degrado dell’anima ha il sopravvento sul senso della Giustizia. La vendetta privata prevale sul rispetto; la ferocia e la bestialità dell’uomo, ridotto ad un pugno di istinti primordiali, sono i veri vincitori. Una visione della socialità senza dubbio pessimistica e orrifica, dove esiste cinismo e la solidarietà è annullata. Come ripete la canzone che si sente durante lo svolgimento della storia, la vita è “un compromiso”.
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