Cinema

MEGAMIND

MEGAMIND

Megamind è il classico “supercattivo” da fumetto: grottesco nell’ aspetto, geniale e, soprattutto, fanfarone. In eterna competizione col suo arcinemico Metro Man ( la cui voce in originale appartiene a Brad Pitt), sorta di Superman / Elvis Presley ipertrofico, mette inutilmente in atto ogni sorta di piano diabolico per eliminare l’eroe buono . Durante l’ennesimo delirante piano di conquista, Megamind però uccide casualmente Metro Man e si ritrova padrone della città. Caduto in depressione (senza più nessuno da combattere, la propria vita non ha più uno scopo) Megamind decide di costruire da sé, partendo da un inetto cameraman, la propria nemesi…

Pare che con Megamind la Dreamworks abbia trovato finalmente la strada per poter competere con l’ intelligenza e l’ ironia della Pixar. A dire la verità qualche avvisaglia si era già avuta con Mostri Contro Alieni e, ancor di più, con Dragon Trainer ( caliamo un velo pietoso sui sopravvalutatissimi Shrek e Madagascar vari). Così, anche se i livelli di Wall*E o di UP! sono ancora inarrivabili, Megamind potrebbe essere davvero un’ inversione di tendenza. Prodotto tra gli altri da Ben Stiller ( che si regala anche un cameo “vocale” che purtroppo andrà perso nel doppiaggio italiano) e annoverando fra i creative consultant Guillermo Del Toro ( Hellboy, Il Labirinto Del Fauno ), non è da escludere che tali nomi abbiano avuto una qualche influenza positiva nella realizzazione del plot.
L’approccio con i characters è finalmente divenuto un po’ più “ adulto” e “ rispettoso”, non riducendoli, così, a macchiette senza spessore - e a volte pure insopportabili – buone per strappare una risata senza senso. Come esempio basti vedere la “serietà” con cui è trattata la “spalla” Minion, probabilmente fosse stato in qualche film precedente, avrebbe avuto connotazioni molto più stupide e superficiali.
Di questo miglioramento la prima a beneficiarne è la “recitazione” dei personaggi che, finalmente meno costretti a far ridere a tutti i costi, hanno la possibilità di far affezionare maggiormente il pubblico. La componente citazionista, che in ogni prodotto Dreamworks è sempre forte, questa volta è usata in modo funzionale al film, non prende il sopravvento sulla trama - come avveniva ad esempio nei vari Shrek - ma anzi ne è il perfetto complemento creando, in modo naturale e non forzoso, momenti davvero divertenti ( irresistibile quando Megamind si presenta all’ immancabile fanciulla rapita lisciando uno dei suoi cani-robot come il capo della Spectre, nei film di James Bond, accarezzava il gatto). A tutto questo possiamo aggiungere una colonna sonora strepitosa – altro marchio di fabbrica Dreamworks - a base di AC-DC e Guns’ N ’Roses, e un 3D altrettanto funzionale al film e non inutilmente molesto. Che poi la trama e la morale non siano un capolavoro di originalità (la redenzione di un cattivo che poi tanto cattivo, in fondo, non è mai stato) poco male, basta ricordare quelli che in teoria, per questo tipo di film, sarebbero i fruitori finali cioè i bambini. E’ sufficiente tenere presente questo particolare ed avremo sotto gli occhi uno splendido film da adulti.