Da novembre, una grande mostra sulla storia del cinema a Milano approfondisce, fra cimeli e fotografie inedite, il rapporto tra la città e la settima arte.
Dopo il successo delle esposizioni "Milano e la Mala" e "Milano e la Prima Guerra Mondiale", la mostra "Milano e il Cinema" - visitabile fino al 10 febbraio 2019 a Palazzo Morando in via Sant'Andrea 6 (MI), a cura di Stefano Galli - prosegue la narrazione dedicata alla città, facendo rivivere la suggestione delle atmosfere meneghine attraverso gli occhi dei grandi maestri del cinema italiano e raccontandoci al contempo le rapide e continue trasformazioni sociali, economiche e urbanistiche della città.
Roma - Venezia - Milano
Se nell'immaginario comune le città italiane tradizionalmente associate al mondo del cinema sono Roma e Venezia, rispettivamente per gli studi di Cinecittà e per la rassegna della Biennale, non va dimenticato il ruolo cruciale che svolse Milano nella diffusione e nella sperimentazione della settima arte, specialmente negli anni immediatamente successivi alla sua invenzione. La mostra "Milano e il Cinema" andrà ad indagarne i molteplici aspetti, dalla produzione alla distribuzione - attraverso i primi teatri di posa -, dall'elezione a set cinematografico per eccellenza alla creazione di un vero e proprio genere locale come quello poliziottesco, fino alla nascita del cosiddetto cinema industriale.
“Noios volevam savuar…”
Attraverso oggetti, cimeli, fotografie inedite, manifesti e video, "Milano e il Cinema" documenta quella storia del cinema “passata” da Milano: le terrazze del Duomo, i tram storici, la Galleria Vittorio Emanuele faranno così da sfondo a vicende sentimentali e familiari, a racconti fantastici e a gag memorabili come quelle di Totò, Peppino e la malafemmina.
Particolare attenzione avranno poi quelle pellicole che hanno reso omaggio alla città - da Cronaca di un amore di Michelangelo Antonioni a Miracolo a Milano di Vittorio De Sica, da La Vita Agra di Lizzani a Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, sino ad arrivare ai “divi” milanesi Aldo, Giovanni e Giacomo, Pozzetto, Celentano e Abatantuono -, contribuendone a rinsaldare l'immagine di protagonista dello sviluppo industriale e economico.