Cinema

MIO FRATELLO E' FIGLIO UNICO

MIO FRATELLO E' FIGLIO UNICO

“Mio fratello è figlio unico”, del regista Daniele Luchetti, vede Riccardo Scamarcio, idolo delle teenagers, in un ruolo totalmente diverso dallo Step di “Tre metri sopra il cielo” e “Ho voglia di te”. Il film è il racconto di uno spaccato di vita familiare, sociale e politica nell’Italia degli anni Sessanta e Settanta, fino agli albori di quel triste periodo italiano che tutti conosciamo come gli “anni di piombo”. Scamarcio è Manrico un comunista trascinatore di folle, quanto inaffidabile nel privato. Coerente nelle sue idee, tuttavia le sue scelte lo porteranno incontro a un destino a cui non potrà sottrarsi. Il vero protagonista del film, però, è Accio, fratello di Manrico (interpretato da Elio Germano, molto apprezzato dal pubblico). Accio è un “picchiatore”, molto incostante nelle sue scelte, diverso dal fratello più chiuso e, soprattutto, filofascista. In realtà la sua concezione politica è puramente teorica o ideale: a un certo punto abbandonerà i fascisti per “affacciarsi” sulla realtà politico-aggregativa di cui fa parte Manrico, ma appare sempre chiaro che Accio non si troverà mai una collocazione definitiva, a livello di ideali. Il suo personaggio ricorda a tratti quel “Rubè” di G.A. Borgese, acceso interventista afflitto da un pesante male di vivere. Il film pone molto l’accento sul rapporto tra i due fratelli; ci sono molto scene in cui i due se le danno davvero da matti (e c’è anche una sorella che mena!), ma questo rimane il loro modo di cercare di comprendersi e di volersi bene. Nel cast anche un intenso Luca Zingaretti, nel ruolo di Mario, un fedelissimo del Duce; e una convincente (e sempre comica, anche se in maniera diversa) Angela Finocchiaro (nel ruolo della madre dei due fratelli). Gradevole la colonna sonora, composta da “perle” di quegli anni (“Chariot”, “Ma che freddo fa”…) Da segnalare una improbabile versione “comunista” dell’ Inno alla Gioia di Beethoven, con un testo che recita: “Mao, Marx, Trotzkij, Lenin, Stalin corron lieti verso il sol dell’avvenire”. La pellicola è ispirata al romanzo "Il fasciocomunista", di Antonio Pennacchi, edito da Mondadori